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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Tennis

Andy Murray scrive la storia di Wimbledon, un inglese trionfa a 77 anni di distanza dalla vittoria di Fred Perry

29 luglio 2013

Andy Murray scrive la storia di Wimbledon, un inglese trionfa a 77 anni di distanza dalla vittoria di Fred Perry

Wimbledon non è un torneo di tennis. E’ il tennis. E vincere Wimbledon significa entrare nella storia del tennis. Perciò sono nella storia del tennis anche il quarantenne canadese Daniel Nestor e la ventenne francese Kristina Mladenovic, che hanno vinto il torneo di doppio misto.

Il posto in prima fila nella storia, però, se lo merita di diritto Andy Murray, primo britannico dopo settantasette anni a trionfare nel torneo più prestigioso. Era dai tempi dell’eroe e pioniere del grande tennis internazionale Fred Perry che un britannico non si imponeva a Wimbledon.

Sicuramente la vittoria di Murray è stata quanto mai meritata. Infatti, lo scozzese è riuscito a rimanere lucido anche in quelle situazioni che negli anni precedenti gli avevano negato grandi trionfi. Grazie a coach Ivan Lendl, lo scozzese è riuscito a rendersi davvero conto delle sue possibilità e trasformare una rincorsa ossessiva in uno stimolo per portare a casa grandi successi, come le Olimpiadi (che si sono disputate proprio a Wimbledon) e gli US Open dello scorso anno. Affidandosi ad un coach come Lendl, che prima di diventare un grande coach è stato un campionissimo del tennis, lo scozzese ha iniziato a vivere gli altri tornei non come un’allenamento pre-Wimbledon, ma come appuntamenti necessari per la propria maturazione, oltre che per il proprio palmares. Infatti, Murray dopo la vittoria alle Olimpiadi è diventato un giocatore più maturo ed è riuscito a scrollarsi di dosso l’etichetta di eterno quarto dietro ai mostri sacri Federer, Djokovic e Nadal, diventando così un protagonista assoluto del tennis contemporaneo.

Di sicuro, miei cari lettori, questa edizione dei “Championships” sarà anche ricordata come l’edizione delle sorprese. Infatti, il numero 22 del mondo, il polacco Jerzy Janowycz, è riuscito a spingersi fino alle semifinali, prima di essere battuto in quattro set da Murray. Diverso il discorso per Fernando Verdasco, che dopo tre anni neri dal punto di vista tennistico è tornato sui livelli che lo avevano visto raggiungere la semifinale degli Australian Open nel 2009. Davvero incredibili e inattese sono state le eliminazioni di Rafael Nadal e di Roger Federer rispettivamente al primo e al secondo turno. Nadal è stato sommerso da un in giocabile Steve Darcis, numero 135 del mondo che ha letteralmente disputato la partita della vita battendo il mancino di Maiorca in appena tre set. Federer è stato invece sconfitto in quattro set dal sindacalista ucraino (infatti rappresenta i giocatori nel consiglio direttivo dell’ATP) Sergiy Stachovsky. Federer ha immediatamente affermato che questa inattesa sconfitta non rappresenta  il suo canto del cigno, anche se alcuni esperti sono di parere contrario.

Per concludere il settore maschile, mi sembra assolutamente doveroso citare il finalista Novak Djokovic, sempre più numero 1 in classifica e il semifinalista Del Potro, che dopo un inizio anno difficile è tornato ai suoi livelli migliori.

Per quanto riguarda il settore femminile, le sorprese sono state ancora più eclatanti che quelle del settore maschile. Infatti, una dopo l’altra sono crollate Viktoria Azarenka (per ritiro contro la nostra Pennetta), Maria Sharapova (contro la portoghese Michelle Larcher De Brito) e Serena Williams (agli ottavi contro la tedesca Sabine Lisicki). Alla fine, la fine la finale ha messo di fronte due giocatrici non conosciutissime, ma comunque conosciute dagli addetti ai lavori: la tedesca Sabine Lisicki, numero 23 del mondo che a causa di molti infortuni non è mai riuscita a sfondare davvero e l’incostante numero tredici francese Marion Bartoli. Alla fine, la Bartoli si è portata a casa la finale con il punteggio di 6-2 6-4 grazie alla maggiore esperienza nelle partite che contano.

E gli italiani? Questa edizione di Wimbledon è stata sicuramente la più fortunata della storia per i nostri azzurri. Infatti, cinque azzurri hanno raggiunto il terzo turno e quattro sono arrivati agli ottavi. Nel maschile, grande prova di Andreas Seppi che, dopo aver giustiziato il numero undici del mondo Nishikori, si è arreso solo al numero otto Del Potro. Ancora migliori i risultati delle ragazze, che hanno così mitigato la prematura eliminazione di Sara Errani per mano della numero 66 del mondo e talentuosissima portoricana Monica Puig grazie agli ottavi di Roberta Vinci (sconfitta solo dalla Radwanska, numero 4 del mondo), della migliore Karin Knapp di sempre (sconfitta dalla poi campionessa Marion Bartoli), di una ritrovata Flavia Pennetta (battuta solo dalla semifinalista Kirsten Flipkens) e dal terzo turno della talentuosa Camilla Giorgi. Davvero sorprendenti gli azzurri di Wimbledon che per la prima volta in uno Slam sono stati la nazione più rappresentata agli ottavi.

Nel doppio maschile, grande successo dei soliti fratelli Bryan, che se riusciranno a vincere il loro sedicesimo Slam della carriera saranno i primi da Rod Laver a fare il Grande Slam.

Con l’augurio che la stagione prosegua con ulteriori successi per i tennisti azzurri già a partire dal WTA di Palermo che andrà in scena dal 6 al 14 Luglio.

Luigi Maria D’Auria

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