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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Ciclismo

Quarto trionfo al Tour de France per Chris Froome

02 agosto 2017

Salire sul podio finale del Tour de France, per Christopher Froome, é diventata un’abitudine. Quest’anno ci é riuscito per la quinta volta negli ultimi sei anni, ottenendo il quarto successo negli ultimi cinque, il terzo di fila. Parrebbe aver ragione, dunque, chi dice che solo una brutta caduta sul pavé nel 2014 ha messo in crisi un dominio fin’ora inattaccabile. La verità, invece, é che quest’anno Froome ha dovuto sudare il successo finale fino all’ultimo e, conti alla mano, ha dato in 20 tappe solo 3″ secondi a Rigoberto Uran, giunto secondo. Praticamente, il colombiano ha perso il Tour con il distacco patito nel prologo di Dusseldorf. Per la prima volta, inoltre, Froome non ha vinto nessuna tappa, non riuscendo a staccare mai Uran e Bardet in salita.

La sostanza, però, non é cambiata. Il “keniano bianco”, contando su una squadra fortissima (il Team Sky, pur essendo a tratti dominante negli anni passati, non era mai stato così forte) e su una grande capacità di “leggere” bene ogni situazione di corsa. Nella tredicesima tappa, ad esempio, Froome é riuscito a strappare la maglia gialla a Fabio Aru grazie ad un’azione a sorpresa negli ultimi chilometri.

Tra gli sfidanti di Froome, proprio il corridore sardo merita, a nostro avviso, una palma di merito per il coraggio con cui ha provato ha battere Froome, riuscendoci sia sui Vosgi (la sua vittoria sulla Planche des Belles Filles resta una perla unica) sia sui Pirenei. Sulle Alpi, però, Aru ha messo in mostra tutti i limiti della sua condizione non perfetta, frutto di una stagione in cui aveva puntato tutto sul Giro d’Italia, prima di un infortunio che lo ha obbligato a cambiare tutti i suoi piani. Al Tour, complice anche qualche caduta, Aru non ha avuto una squadra in grado di supportarlo, anzi, l’Astana a tratti é stata quasi imbarazzante. Proprio una squadra non al top (almeno due Kazaki presenti in squadra sono stati portati solo per fare esperienza internazionale) sarebbe stata la classica goccia in grado di far traboccare il vaso: quasi certamente Aru non rinnoverà il suo contratto con l’Astana, passando probabilmente alla Uae Emirates di Giuseppe Saronni.

In un Tour in cui non sono mancate le sorprese negative (tra tutti Quintana, mai in gara, e Contador, che sembra giunto a fine carriera), ci sono state anche delle sorprese in positivo. Prima fra tutte il secondo posto di Rigoberto Uran, unico mai staccato sta Froome, giunto ameno di un minuto da un successo clamoroso. Da segnalare anche Mikel Landa, finito a un solo secondo da un podio che sarebbe arrivato senza problemi, se non avesse dovuto aiutare Froome nei suoi (pochi) momenti di difficoltà.

In conclusione, non ci resta che segnalare il trentaduesimo anno consecutivo  senza vittoria assoluta per i francesi. Bardet ha vinto una tappa ma sulle Alpi non é riuscito a piazzare la zampata, ottenendo comunque il podio finale. Barguil ha emozionato attaccando sempre, ma non é riuscito a fare la classifica, mentre Pinot non si é mai visto. Ai transalpini non resta che attendere il prossimo Tour, che partirà, per la prima volta dal 2011, dal Dipartimento della Vandea. Luigi M. D’Auria

Le pagelle del Tour di Luigi Magnani

Chris Froome 9: Ha ottenuto il quarto successo, entrando nel club dei grandissimi, ma il suo trono é stato in bilico fino alla crono di Marsiglia. Alla Vuelta, dove avrà una squadra leggermente più debole, sembra battibile.

Rigoberto Uran 8 1/2: Non ha mai perso le ruote di Froome e ha disputato un’ottima cronometro finale. Non é riuscito, però, a compiere un vero e proprio attacco in salita che gli avrebbe consentito di mettere davvero in crisi Froome.

Romain Bardet 7: Ha ottenuto una grande vittoria a Peyragudes, andando davvero vicino ad un trionfo storico per la Francia. A cronometro, se possibile, é ancora peggiorato e ha vanificato tutto a Marsiglia. Sarà interessante vederlo per la prima volta alla Vuelta

Mikel Landa 9 1/2: Lo scalatore basco é stato fantastico. É riuscito a curare contemporaneamente la classifica personale e quella di Froome, difendendosi anche a cronometro. Il prossimo anno potrebbe diventare il punto di riferimento di tante squadre che quest’anno si sono ritrovate senza uomo di classifica.

Fabio Aru 8: Rispetto allo scorso anno è migliorato molto dal punto di vista mentale e della tattica di corsa, ma paga ancora qualcosa da quello della tenuta fisica. La vittoria nella quinta tappa resta il punto di partenza da cui iniziare una rincorsa vera alla Grande Boucle

Simon Yates 7: Dopo il successo del gemello Adam  lo scorso anno, ha vinto lui la maglia bianca di miglior giovane, senza troppe difficoltà. In costante crescita, puó essere uno dei protagonisti del ciclismo del prossimo futuro.

Nairo Quintana 4: Sempre in difficoltà, mai propositivo. Dopo la sconfitta al Giro, arriva anche la disfatta al Tour. Non é più giovanissimo, se vuole tornare a vincere deve cambiare qualcosa nella preparazione, ma deve anche essere più coraggioso se vuole ribaltare le situazioni negative (come Contador, che si merita un 6 1/2 per la grinta).

Michael Mattews e Warren Barguil 9 1/2: I due corridori della Sunweb hanno corso senza paura, ottenendo la maglia verde e la maglia a pois. Sempre all’attacco, hanno contribuito a rendere più spettacolare questo Tour de France.

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