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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Libri sportivi

Splendida sorpresa il libro di Gian Paolo Ormezzano "I Cantaglorie"

10 gennaio 2016

Splendida sorpresa il libro di Gian Paolo Ormezzano “I Cantaglorie”

Torino – Ci sono alcuni libri che, per essere letti nella maniera corretta, devono essere letti partendo dalla fine. É io caso de “I Cantaglorie” di Gian Paolo Ormezzano, concluso da una bella postfazione di Alberto Brambilla, ma anche da una lettera toccante indirizzata al figlio Timothy, giornalista come il celebre padre.

In poco più di tre pagine sono condensate le splendide raccomandazioni di un padre al figlio che ha deciso di seguire la sua professione, ma anche le raccomandazioni che un giornalista anziano rivolge al giovane cronista alle prese con il primo articolo importante.

 

Potremmo parlare a lungo dell’amore paterno e filiale, ma dobbiamo parlare dell’ultima fatica letteraria di Gian Paolo Ormezzano, davvero una “storia calda e ribalda della stampa sportiva italiana” come dice il sottotitolo. Possiamo affermare che sulla storia della stampa sportiva italiana é stato scritto abbastanza, ma mai nessuno lo ha fatto come Ormezzano. In primo luogo perché nel paese a forma di stivale esistono poche persone in grado di parlare per ora di grandi avvenimenti sportivi vissuti in prima persona, senza dimenticare di adoperare un italiano che fa invidia a numerosi (presunti) eruditi. In secondo luogo perché “Gpo” é una vera propria macchina da guerra, che, nonostante abbia raggiunto gli ottanta, riesce ancora a deliziare il pubblico sportivo italiano (e la stagione in corso di “Novantesimo Minuto” ne é la dimostrazione), rivolgendo domande astruse che riescono, contemporaneamente, a stordire calciatori e tecnici, ma anche a tirrene fuori fuori il lato più umano e meno “costruito”.

Lasciati da parte i complimenti (che Gian Paolo, da buon torinese, non ama smodatamente), non ci resta che parlare di questo bel libro, che presenta tratti in comune con i saggi, le biografie e anche con i romanzi, perché sappiamo che la memoria umana tende a trasformare i ricordi, aggiungendo via via dettagli sempre più epici. La parte più simile al saggio é la prima, in cui l’autore descrive, in maniera lucida ed impietosa, vizzi e virtù di sessant’anni di stampa sportiva ed editoria italiana. Poi c’é la parte sicuramente più “sugosa” di tutto il libro: le brevi biografie di tutti i più grandi giornalisti sportivi nostrani, raccontati da un loro collega di sala stampa. In poche pagine si passa da quei cantori (Ruggero “Raro” Radice e Carlo “Carlin” Bergoflio) che il giornalismo sportivo lo hanno inventato, agli “erotisti” che hanno studiato lo sport e il giornalismo sportivo (ci sentiamo di citare un gigante chiamato Gianni Brera, il suo amico Mario Fossati e il suo erede Gianni Mura), fino alla “pornografia della stampa sportiva”, diretta conseguenza dello sport raccontato in televisione, tra cui svettano Aldo Biscardi, Maurizio Mosca e la coppia Rino Tommasi-Gianni Clerici. Il tutto condito dalla capacità di Ormezzano di farsi capire da tutti pur usando un registro abbastanza alto.

Oltre a fare i complimenti alla giovane casa editrice 66thand2nd, che ha creduto in questo libro pubblicandolo, non ci resta che invitarvi a leggere questo bel libro. Non importa se non siete fanatici di sport o se siete troppo giovani per aver conosciuto tutti i personaggi citati, perché, in ogni caso, avrete la possibilità di conoscere meglio un buon numero di giornalisti che, raccontando lo sport e i suoi miti, ha raccontato anche l’evoluzione dell’Italia e del mondo nel corso del secondo dopoguerra. Luigi M. D’Auria.

Presentazione del libro a Lucera

(Foto: Sebastiano Spina)

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