Torino – 5 vittorie, 10 set consecutivi vinti, 0 persi. Jannik Sinner ha disputato un torneo perfetto alle Atp Finals di Torino, dominando un parterre di avversari molto qualificato, con 8 dei primi 9 giocatori del mondo (unico assente Novak Djokovic, rimasto a riposarsi in vista di un 2025 in cui cercherà l’ultimo assalto allo Slam numero 25).
Al termine di una finale di grande livello, riproposizione di quella dello scorso Us Open di New York, il 23enne italiano ha saputo avere la meglio di Taylor Fritz, numero 4 del mondo dopo la finale disputata a Torino e pronto, a 27 anni, a disputare le prossime stagioni stabilmente fra i primi 10 giocatori del mondo.
Il livello tennistico degli incontri che si sono disputati a Torino é stato davvero ragguardevole, sia in singolo che nel doppio, vinto dai tedeschi Krawietz e Puetz. Il dominio di Sinner, però, é stato tangibile. Le vittorie con Medvedev, Fritz, De Minaur e Ruud, unite alla minore comtinuità nell’arco della stagione di quelli che dovrebbero essere i principali avversari, Zverev e Alcaraz, certificano il ruolo di numero 1 del tennis mondiale di Jannik, una posizione che nei prossimi mesi potrà solo essere minata da una coda amara della vicenda relativa al suo caso di doping accidentale.
L’altra grande vincitrice di questa edizione delle Atp Finals é stata la città di Torino. L’organizzazione torinese ha faticato a carburare nelle prime due edizioni e la città non ha compreso subito l’i,portanza dell’evento, ma ora Torino ha saputo creare un sistema organizzativo ben congegnato, nel quale i giocatori si trovano a proprio agio. Una risposta di pubblico importante, con 150 mila presenze negli 8 giorni della manifestazione, ha reso le Atp Finals il settimo evento tennistico per pubblico presente, con un flusso di turisti importantissimo per Torino e il territorio.
L’Atp, dopo il lavoro svolto dalla Federazione Italiana, ha assegnato l’evento all’Italia anche per il quinquennio 2026-2030. Milano, nonostante l’arrivo della nuova arena di Santa Giulia per le Olimpiadi del 2026, non sarà pronta ad ospitare l’evento fino almeno al 2027. La sua designazione, caldeggiata dalla Fit e da parte del governo per mere ragioni economiche (la struttura milanese presenterà 16.000 posti contro i 12.000 di Torino), rappresenterebbe un esempio classico di tutto ciò che non funziona nella politica sportiva attuale: lo sport ridotto a mero business, senza alcuna attenzione per le tradizioni, la fatica e la valorizzazione delle competenze e delle strutture. Luigi M. D’Auria.