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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Donato Agroalimentare Press

Al 40° Festival delle Sagre di Asti va in scena la cucina casalinga e delle nonne

16 settembre 2013

Al 40° Festival delle Sagre di Asti va in scena la cucina casalinga e delle nonne

 

Asti – Domenica 8 settembre 2013 a Piazza del Palio di Asti si è svolta la quarantesima edizione del Festival delle Sagre, unica vera festa della cucina casalinga in Italia ed occasione di turismo  per la provincia di Asti, che molto spesso non è riuscita a sfruttare importanti occasioni di valorizzazione di un territorio molto bello e ricco di storia ed eccellenze enogastronomiche quali (il vino, lo splendido tartufo bianco e la nocciola). Una formula semplice: 46 Pro Loco cucinano 86 piatti diversi, dagli antipasti al dolce, rispettando le tradizioni locali. Piazza del Palio si trasforma un gigantesco villaggio enogastronomico (una porcilaia diciamo noi) il più grande ristorante all’aperto con scenografia allestita dalle Pro Loco, hanno servito 200mila piatti e 95mila dolci in 36 ore: 135 quintali di carni, 49 di polenta, 85 quintali di agnolotti, 30 di tagliatelle, 60 di verdure, 20 quintali di pane e 5mila dozzine di uova. Tutto questo è nato quaranta anni fa da una felice intuizione di Giovanni Borello, allora presidente della Camera di Commercio artigiana. Nonostante il momento economico difficile per la comunità i numeri della Sagra sono stati in linea con quelli degli altri anni. Mentre la maggior parte delle persone si aggirava in cerca di bagna caouda io mi sono buttato a capofitto sulla torta di mele di Corsione (un amarcord delle dolcezze di mia nonna) e sulle splendide pesche ripiene di Villanova d’Asti, presentata addirittura dal sindaco Christian Giordano, che ha deciso di dare il buon esempio ai cittadini dopo spiacevoli episodi captati alle recenti fiere. Successivamente ho sostato nello stand di Cellarengo, che metteva in campo la tinca gobba dorata del Pianalto DOP (unico pesce insieme alla tinca morava ad essere insignito del celebre  riconoscimento europeo) e la trippa cucinata alla maniera di Cellarengo. Grazie alla splendida compagnia di Pierino Baiotto, storico produttore del territorio, ho goduto di una conversazione davvero interessante riguardante lo sviluppo della tinca gobba dorata del Pianalto Astigiano, prodotto che nonostante il marchio di riconoscimento europeo non riesce ad occupare una discreta fetta del mercato del pesce nazionale (almeno per quanto riguarda i pesci di allevamento).

 

Dopo l’interessante chiacchierata riguardante la tinca gobba, ho raggiunto lo stand di Cortazzone, dove ho goduto della prelibatezza delle tagliatelle al tartufo, vera punta di diamante dell’alimentazione di questo piccolo Comune e della Fiera del Tartufo di Natale che quest’anno raggiungerà la nona edizione. Purtroppo però la giunta comunale di Cortazzone non ha ancora sciolto le riserve riguardo allo svolgimento della festa, cosa che invito a fare subito per dar tempo di organizzare la valorizzazione delle eccellenze del territorio, di Cortazzone e dell’astigiano in genere. Con questa manifestazione, la città ha vissuto una due giorni di cultura contadina ed enogastronomia e di momenti di vita nei campi. Luigi Maria D’Auria

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