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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Libri sportivi

Gianni Mura ci regala uno splendido esempio di letteratura contemporanea con il suo “Giallo su Giallo”

30 gennaio 2013

Gianni Mura ci regala uno splendido esempio di letteratura contemporanea con il suo “Giallo su Giallo”

Eh sì, miei cari dieci aficionados, questo libro è proprio una lettura bella, divertente, genuina e simpatica.

Gianni Mura è forse uno dei padri del giornalismo sportivo attuale, quello in cui il giornalista è una vera professione, non un modo per arrotondare gli stipendi dei grandi scrittori (pensiamo ad Arthur Conan Doyle che raccontò ben 3 Olimpiadi). Nato nel 1945, inizia a scrivere di ciclismo presso giornali locali per poi arrivare, a soli ventidue anni, nell’olimpo del giornalismo sportivo: “La Gazzetta dello Sport”. Da qui inizia a seguire il Tour de France e il Giro d’Italia. Nel 1983 arriva a “La Repubblica” dove racconta le più belle pagine del ciclismo moderno, le gesta di Hinault, Le Monde, Roche, Indurain, Berzin, Tonkov, fino ad arrivare a Pantani ed Armstrong.

Cerchiamo, però, di non distrarci e parliamo del libro. Mura propone un percorso inventato, ma allo stesso tempo interessante, consono a quelli dei Tour moderni, ma allo stesso tempo pieno di arrivi storici, uniti però a piacevoli inediti come la partenza di tappa da Chambord ed un’arrivo in Germania a Karlshrue.

I personaggi sono inventati, ma rispecchiano i veri protagonisti del Tour 2005: Sheldon (Lance Armstrong) è in qualche modo il corridore protagonista. Mirko Valli (Ivan Basso) Keller (Frank Shlek), Jorgensen (Riis), Kapetanov (Vinokurov) e Mantovani (Savoldelli) sono personaggi secondari, ma ben descritti. Protagonisti, Gianni e Carletto, sono a tratti esilaranti, nonostante la loro normalità. Il commissario, Jules Magrite, non sarà il Poirot o la Miss Jane Marple, ma incarna sicuramente la figura del commissario di libri gialli, con tutti i tic e le nevrosi del caso.

Molto bello il racconto delle tappe, anche se merita un posto particolare quella di Pau: la tappa sembra, alla vigilia, tranquilla, nonostante Tourmalet, Port d’Aspet, Aubisque e Croix de Pyreenes. A fine tappa (vinta da Hejas) si aspetta la conferenza stampa del commissario Magrite riguarda gli sviluppi delle indagini. Ma il commissario non arriva ed i giornalisti prendono d’assalto il bar della sala stampa, svuotandolo dopo appena mezz’ora.

A somme tirate, mi sento di promuovere a pieni voti il libro di Mura, che con un’ottima abilità descrittiva sa parlare del tour de France anche ai non esperti ed allo stesso tempo sa unire sapientemente gli stili comico e giallo. Luigi Maria D’Auria

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