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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Sci

Primi Bilanci e previsione sulla stagione 2013-2014 di Coppa del Mondo di Sci

09 gennaio 2014

Primi Bilanci e previsione sulla stagione 2013-2014 di Coppa del Mondo di Sci

Devo dire, miei cari lettori, che le previsioni su questa stagione di Coppa del Mondo di Sci erano tutt’altro che rosee. Tra le spiacevoli sorprese, infatti, vi erano numerosi problemi fisici per Innerhofer, la difficoltà a confermare la scorsa stagione di Dominik Paris e le numerose difficoltà di tutto il settore femminile, sia nelle discipline veloci che in quelle tecniche. Invece, quest’anno il nostro sci è tornato alla ribalta internazionale ancora più forte, con risultati eccellenti in tutte le discipline.

Parliamo ora della velocità maschile, il settore che in questo momento sta regalando più soddisfazioni a tutti gli appassionati di sci. La stagione di discesa è iniziata con la vittoria a Lake Louise di Dominik Paris, nonostante un infortunio che non gli permesso di disputare le discese di Bormio e della Val Gardena. Nonostante abbia disputato soltanto due gare su quattro, il forestale (che a diciotto anni fece anche il Margaro) è comunque quinto in Coppa Del Mondo di discesa libera.

Tuttavia Paris non è stato l’unico discesista a regalare soddisfazioni. Infatti, Peter Fill ha centrato due podi consecutivi sulla bella, quanto difficile, pista Raptor di Beaver Creek, dimostrando ancora una volta a tutti la sua classe eccelsa. Christoph Innerhofer, invece, non è ancora riuscito a centrare un podio, ma finora è sempre arrivato nelle prime quindici posizioni. Interessanti sono state anche alcune prestazioni di Wernher Heel e di Silvano Varettoni, talento da troppi anni inespresso.

Per quanto riguarda lo slalom speciale, i risultati non sono stati, come al solito, esaltanti, tuttavia gli slalomisti hanno fatto vedere qualcosa di meglio rispetto alla scorsa stagione grazie al podio di Patrick Thaler a Val d’Isére, alla costanza del solito Manfred Moellg e ad uno Stefano Gross che riesce quantomeno a stare in zona punti. Ben diverso il discorso per Christian Deville e Giuliano Razzoli, che continuano a realizzare prestazioni a dir poco imbarazzanti per la pochezza di risultati e abilità tecnica. Discorso diverso per il gigante, dove è ormai chiaro che questa sarà una stagione avara di soddisfazioni per tutti i tifosi della nazionale italiana. Infatti, i nostri non sono riusciti ad ottenere neanche un podio in quattro gare e spesso l’unico obbiettivo alla portata dei nostri è stata la qualificazione alla seconda manche.

I risultati della nazionale di slalom gigante si inseriscono in un dibattito più grande, ossia quello riguardante il cambio generazionale ormai in atto. Secondo i più tradizionalisti, la squadra che ci rappresenterà alle prossime Olimpiadi di Sochi (dove secondo me le soddisfazioni non arriveranno dal gigante maschile) dovrà essere composta dai veterani Blardone, Simoncelli,  Moellg e Eisath. Secondo quanti sono aperti al rinnovamento, tra cui il sottoscritto, la nidiata di giovani che ha stupito il mondo a Val d’Isére con quattro piazzamenti nei primi venti (quella formato da Nani, De Aliprandini, Borsotti e Zingerle) dovrebbe essere coinvolta nel progetto Olimpiadi 2014, vero obbiettivo di questa stagione sciistica.

Passiamo ora al settore femminile dello sci italiano, a quella “Valanga Rosa” che l’anno scorso aveva deluso tutti gli appassionati e che quest’anno sta, invece, regalando tante soddisfazioni e (penso) almeno una medaglia alle Olimpiadi.

Sicuramente tante soddisfazioni sono arrivate dalla velocità, dove una finalmente pimpante Elena Fanchini è riuscita a cogliere due terzi posti nelle discese di Lake Louise e Beaver Creek. Notizie positive sono arrivate anche da coloro che avevano più deluso nelle scorse stagioni, ossia Johanna Schnarf e Verena Stuffer, che hanno finalmente dimostrato la loro classe anche nelle competizioni internazionali. In supergigante hanno ottenuto dei piazzamenti tra le prime dieci anche la solita inossidabile Nadia Fanchini, vera colonna della nazionale, e la giovane Sofia Goggia.

A differenza del settore maschile, lo slalom gigante rappresenta la colonna portante della nazionale femminile. Nonostante le nostre non siano ancora riuscite ad ottenere nessun podio, sono sempre rimaste nella parte alta della classifica, con piazzamenti quasi sempre nelle prime dieci. Quello che stupisce dei successi del gigante femminile sono gli ottimi risultati di atlete non gigantiste come Nadia Fanchini e Francesca Marsaglia. Davvero da incorniciare la gara di Lienz, in Austria, con sette atlete italiane nelle prime venti posizioni. Incredibili anche i progressi di giovani atlete come Elena Curtoni e Sabrina Fanchini, che proprio a Lienz hanno ottenuto i loro primi piazzamenti di rilievo in Coppa del Mondo. I recenti successi non hanno tuttavia visto le veterane Manuela Moellg e Denise Karbon continuare a lottare ad alto livello e Federica Brignone finalmente a posto fisicamente.

Buone notizie arrivano anche dallo slalom speciale, nonostante le poche atlete capaci di competere ad alti livelli. Nonostante tutto sono da segnalare i risultati delle solide veterane Costazza e Moellg e i primi risultati di rillievo della giovane altoatesina Sarah Pardeller.

Purtroppo nessun atleta azzurro sembra in grado di competere per  la  Coppa del Mondo assoluta. Per quanto riguarda  la Coppa del Mondo Maschile il favorito è il dominatore delle discipline veloci, il norvegese Aksel Lund Svindal. Unico avversario del norvegese l’austriaco Marcel Hirscher. Poche le cianches di sfera di cristallo per i forti gigantisti Pintureault e Ligety. Per quanto riguarda invece il settore femminile sembra una lotta a due tra l’atleta del Lichtenstein Tina Weirather e la svizzera Lara Gut. Difficili gli inserimenti delle austriache Zetttel, Fenninger e Schield, della svedese Lindell Vikarby e della americana slalomista Shiffrin, tutte incostanti. Con l’augurio che gli azzurri possano ottenere importanti risultati alle Olimpiadi di Sochi congedo sperando di non averli annoiati i miei venticinque lettori.

Luigi Maria D’Auria

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