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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

SerieA

Il Torino di Mazzarri trova un’identità ma non decolla ancora

19 dicembre 2018

Torino – Torino Genoa non é stata una partita spettacolare, ma il Torino, reduce da uno scialbo pareggio a Cagliari, é riuscito ad ottenere una vittoria importantissima contro il Genoa, bravo a spaventare il Torino ma carente in qualità e sfortunato, perché l’espulsione di Rómulo nel primo tempo ha penalizzato la squadra, privatasi di uno dei suoi uomini più importanti a causa di un errore individuale, a cui si è sommata l’uscita dal campo del bomber Piatek.

In un Grande Torino non gremito e in una giornata non particolarmente fredda, Torino e Genoa si sono sfidati con moduli speculari: 3-5-2 per entrambe le squadre, con Iago Falque (schierato spesso da trequartista) a supporto di Belotti e il giovane Kouame chiamato ad “imbeccare” Kryzstof Piatek, capocannoniere della Serie A e uno dei giocatori rivelazione del campionato. Nel Genoa Juric, assente per squalifica, era chiamato ad una grande prestazione per evitare l’esonero, mentre nel Torino Mazzarri ha schierato anche Zaza per aumentare il peso offensivo della squadra

Nel primo tempo la partita é stata da subito “scorbutica”, con le due squadre pronte a fronteggiarsi fisicamente ma incapaci di produrre grandi giocate. Tra il 26’ e il 30’, i momenti che cambiano la partita: due falli ingenui di Rómulo, che rimedia due cartellini gialli e lascia la sua squadra in dieci, commettendo un errore inspiegabile per un giocatore della sua esperienza. Il Genoa toglie dal campo anche Piatek acciaccato, ma trova il vantaggio grazie ad un bel gol di Kristian Kouamé, seconda punta che sta dimostrando la sua abilità anche sottoporta. La reazione del Torino é timida fino al recupero del primo tempo: prima Ansaldi trova il gol con un bolide dal limite dell’area (di sicuro si tratta del gol più bello realizzato dall’argentino nelle sue esperienze italiane) e poi ottiene un rigore grazie al primo guizzo della partita di Iago Falque, con Belotti bravo a realizzare.

Nel secondo tempo il Torino non rientra in campo con il giusto piglio, e Il Genoa riesce a tenere bene il campo, nonostante una superiorità territoriale dei Granata. Negli ultimi venti minuti, anche grazie all’ingresso di Baselli e ad un inevitabile calo fisico del Grifone, il Torino è andato più volte vicino al gol, ma gli attaccanti Granata sono stati imprecisi in più di una ripresa, soprattutto Zaza, che sta facendo fatica a trovare la via del gol con continuità e che non ha sfruttato un’occasione importante concessagli da Mazzarri.

Ad inizio stagione, avevamo previsto per il Torino una stagione a ridosso della zona europea, in lotta per un posto in Europa League. Le nostre previsioni non erano del tutto sbagliate: i Granata sono undicesimi ma a soli due punti dalla zona Europa League, in piena corsa per l’Europa in un campionato che, in quella zona di classifica, si presenta come il più incerto degli ultimi anni. A differenza della scorsa stagione, poi, i Granata sembrano aver assorbito al meglio i principi “Mazzarriani”: centrocampo molto fisico (grazie anche alla scoperta di un ottimo Soualiho Meité, giocatore che potrebbe dire la sua anche in ambito europeo) e in grado di mettere in crisi tutte le squadre che palleggiano, due attaccanti che duettano molto bene (Iago e Belotti) e uno spirito più combattivo contro le “grandi”, visto anche nel derby perso solo per un rigore di Ronaldo. Per crescere ulteriormente, il Toro deve compiere il passo che si chiede alle squadre mature: migliorare la continuità, soprattutto per non perdere punti preziosi contro le “piccole” e puntare a giocare partite di alto livello anche in Coppa Italia, obiettivo che non deve essere dimenticato. Donato D’Auria

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