Laruns (Francia) – Dopo 6 giorni di attese e cadute, il Tour de France é finalmente decollato. La corsa più importante del ciclismo mondiale (la cui fama non é stata scalfita neanche dal rinvio per il Coronavirus e l’assenza di fenomeni come Froome, Thomas e Nibali) é entrata nel vivo con una tappa in pianura, segnata dal vento e dai corridori che formano “ventagli” per cercare di resistere alla forza del mistral provenzale, staccando i rivali che si fanno trovare a contatto con le “sacche” di vento laterale. Poi, una due giorni pirenaica segnata dall’assenza di salite storiche come Tourmalet e Aubisque, ma con un percorso frizzante che, pur non svelando il vincitore del Tour (mancano ancora due settimane), ha costretto diversi protagonisti ad abbandonare i sogni di gloria.
Tra coloro che escono rafforzati da questa prima parte di corsa c’é sicuramente lo sloveno Roglic, uno dei grandi favoriti della vigilia e maglia gialla. L’ex atleta di salto con gli sci é stato capace di vincere la tappa di Orcieres-Merlette (in una volata ristretta dopo una salita non semplice) e di restare sempre tra i migliori in salita, evitando anche problemi nelle giornate di Nizza e Lavaur (ricche di cadute) grazie a gregari di lusso come Dumoulin, Van Aert e Martin. Positivo e a tratti splendido in salita é stato il suo connazionale Pogacar: uscito di classifica nei primi giorni, ci é rientrato prepotentemente grazie ad una due giorni pirenaica dove ha dato spettacolo.
Tra i corridori che hanno realizzato buone prestazioni, non si possono dimenticare anche i colombiani: Bernal resta il favorito per la vittoria finale, grazie ad una cronoscalata finale che si addice particolarmente alle sue caratteristiche, Uran resta solido sulle strade del Tour, mentre Quintana si conferma rinato e puó puntare di nuovo al podio. Semaforo rosso, invece, per Pinot e Alaphilippe, entrambi respinti alle prime grande salite (il secondo ha comunque vinto la seconda tappa, il secondo é parso in forte ritardo di condizione), oltre che per Chaves, Richie Porte e per il nostro Fabio Aru, addirittura ritrovatosi ultimo durante la tappa di oggi e ritiratosi sconsolato.
Nella seconda e nella terza settimana non mancheranno le salite, con due arrivi impegnativi nel Massiccio Centrale (Puy Mary e Grand Colombiere) e tre tappe alpine, con il giudizio finale che arriverà nella cronometro che terminerà in cima alla Planche des Belles Filles, prima della consueta passerella finale di Parigi. Il duello tra Roglic e Bernal é l’esito più facile da pronosticare, anche se (finalmente) quest’anno non mancano i corridori in grado di provare a far saltare il banco con azioni da lontano: Landa, Pogacar e il francesi Bardet e Guillaume Martin (che ha “approfittato” del lookdown per terminare gli studi in filosofia). Luigi M. D’Auria