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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

SerieA

Il Torino batte il Pescara ma non si ritrova del tutto

18 febbraio 2017

Il Torino batte il Pescara ma non si ritrova del tutto

Torino – Torino Pescara é stata una di quelle partite che, più che al mondo del calcio, appartengono a quello dei racconti che circolano clandestinamente nei bar di paese. É stato un 5-3. che, esclusi gli otto gol, non ha regalato grandi emozioni al pubblico. Nel primo tempo, infatti, il Torino, pur non incantando, ha letteralmente annichilito un Pescara assente dal campo sotto ogni punto di vista. Nel secondo tempo, trovati due gol fortunosi, il Torino ha concesso ai Delfini tre gol e se non fosse stato per Hart il parziale avrebbe potuto cambiare di nuovo, rimettendo definitivamente in corsa il Pescara.

Alla vigilia del match Mihajlovic, come al solito, aveva provato a caricare l’ambiente con parole pesanti. “Qui nessuno molla. E se qualcuno lo fa, é fuorisquadra” aveva detto il tecnico serbo. Nel primo quarto d’ora, finalmente, il Toro ha giocato un calcio propositivo. Complice una difesa del Pescara non pervenuta, i Granata trovano subito il gol con Falque e raddoppiano nel giro di pochi minuti grazie ad Ajeti, che risolve una mischia nell’area del Pescara. Il pubblico, a questo punto, si aspetta il canto del Gallo, che arriva puntuale al quindicesimo sugli sviluppi di un contropiede gestito dallo stesso Belotti.

Dopo il riposo, la partita assume toni quasi grotteschi. Belotti firma la sua personale doppietta,  continuando a sognare il primato nella classifica dei bomber. Al sessantesimo ritrova il gol dopo tre mesi anche Ljajic, che sfrutta una dormita della difesa del Pescara e del portiere Bizzarri, che resta il più battuto dei cinque campionati  europei più importanti. Al settantesimo, però, la partita cambia nuovamente. Su una percussione dalla destra di Caprari Ajeti si addormenta e insacca clamorosamente nella propria porta, ripetendo una “doppietta” già realizzata l’anno scorso con la maglia del Frosinone. La situazione si complica nei minuti seguenti, quando il rimaneggiato centrocampo del Toro (assenti Valdifiori e Baselli, dentro Lukic, Gustafson e Obi) smette di fare anche il “compitino” e il Pescara prende un po’ di coraggio, trovando una doppietta di Benali. Lo scorrere dei minuti e qualche bel l’intervento di Hart regalano, in ogni caso, la prima vittoria del 2017 al Torino.

Come nel girone d’andata, la squadra di Mihajlovic si trova ad un bivio. Decisamente staccata dalle altre pretendenti all’Europa, affronterà in una doppia trasferta da urlo Roma e Fiorentina. Per sognare un posto in Europa bisognerebbe ottenere almeno quattro punti in due gare, il che sembra quasi un utopia visto il livello espresso dal Toro dopo il derby. Con un centrocampo che presenta quasi solo registi ed incursori, e non degli intenditori di qualità (come Kucka o Donsah), ed una difesa costretta ad affidarsi ancora a Moretti per mancanza di interpreti di qualità, un piazzamento in una  posizione tra le prime sei non é nient’altro che un’utopia. Finire bene il campionato (tornando tra le prime dieci) e muoversi bene sul mercato estivo (magari beneficiando dei milioni della cessione di Belotti) potrebbe essere il modo migliore per ritornare alle posizioni raggiunte con il ciclo Ventura.

Il Pescara, dal canto suo, non sembra avere più nulla da chiedere a questa serie A. Una difesa da categorie inferiori e una scarsa lucidità sotto porta sono i limiti principali di una squadra costruita male da Oddo, costretto a mollare dopo la dura (troppo dura) contestazione dei tifosi e dopo le ultime prestazioni, che hanno mostrato una squadra che non vuole più lottare. L’unico beneficio che potrebbe portare l’arrivo di Zeman, richiamato a sorpresa dal Presidente Sebastiani, sarà di carattere mentale. Il boemo, che di certo non giocherà con un atteggiamento difensivista, sembra l’unico in grado di dare qualche soddisfazione ad una squadra che cerca ancora la prima vittoria sul campo. Donato D’Auria

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