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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Ciclismo

Simon Yates vince la Vuelta e punta i Mondiali di Innsbruck

22 settembre 2018

Madrid – Quattro mesi dopo, Simon Yates ce l’ha fatta. Il corridore inglese di Bury, che aveva corso da protagonista il Giro d’Italia, ma era uscito di classifica dopo la diciannovesima tappa (in cui aveva patito una tremenda crisi sul Colle delle Finestre), é riuscito a vincere un’edizione della Vuelta di Spagna che sarà ricordata per l’assenza dei grandissimi del ciclismo del presente (a parte il solito coriacei Valverde e un Nibali alla ricerca della migliore condizione), ma che potrebbe aver consegnato ad appassionati e addetti ai lavori un fenomeno del futuro.

Per la prima volta negli ultimi quattro anni, un grande giro é iniziato con il Team Sky senza un uomo di classifica. Priva del riferimento costituito dagli inglesi, la corsa é diventata più “aperta”e spettacolare, dando molte più possibilità alle fughe. Non é un caso che le prime due tappe di montagna siano state vinte da Benjamin King, onesto scalatore americano che faceva parte della fuga del giorno. Nel corso della corsa non sono mancate, poi, delle vere e proprie “imboscate” tentate da Thibaut Pinot (anche lui tornato protagonista dopo il Giro e vincitore di due tappe) e da altri corridori, che hanno portato il carneade Jesus Herrada in rosso per qualche giorno.

Lo spartito  della corsa, però, è sempre stato saldamente in mano a Yates, che ha quasi sempre guadagnato qualche secondo su tutti gli altri avversari, a parte nella diciassettesima tappa, quando le dure rampe del Balkon de Bizkaia hanno messo in crisi il “folletto” inglese e rilanciato le speranza di Valverde, che sognava di vincere la sua seconda Vuelta a nove anni da quello che resta l’unico successo di “Balaverde” in una grande corsa a tappe. Yates, però, é stato bravissimo sulle ultime montagne di Andorra, mentre Valverde é andato in crisi ed é scivolato fuori dal podio, dove non é entrato neanche il compagno di squadra Nairo Quintana, sempre troppo attendista, mai in palla e, forse, non più in grado di replicare le sue stagioni d’oro 2014 e 2016.

Sul podio di Madrid, dunque, Yates ha potuto condividere la gioia della prima volta con un Enric Mas, giovane scalatore della Quick Step. A inizio anno il Direttore della sua squadra, Patrick Levefre, disse che la Quick-Step aveva già in casa un corridore da corse a tappe. Tutti pensavano fosse Bob Jungels. Invece si riferiva a questo classe 1995 di Artà (Baleari) che sogna di diventare come Alberto Contador. Al terzo gradino del podio, come al Giro d’Italia, Miguel Angel Lopez, sempre più corridore di vertice.

Non sono arrivate solo brutte notizie anche in casa Italia. Elia Viviani é stato dominatore delle volate, mentre Alessandro De Marchi ha vinto una tappa al termine di una splendida fuga e nella crono dei Mondiali potrà dire la sua. Proprio in vista dei Mondiali austriaci hanno dato buoni segnali anche l’eterno Franco Pellizzotti e Gianluca Brambilla, mentre Fabio Aru ha continuato il trend negativo di una stagione davvero molto brutta e non é riuscito a incidere. Nibali, al ritorno dopo l’infortunio si é testato con diverse fughe ma ha mostrato di essere ancora in ritardo di condizione. Lo Squalo dovrà fare un vero e proprio miracolo per riuscire ad essere al massimo della forma domenica 30 settembre, quando sarà chiamato a giocarsela con gli altri favoriti, su tutti Alaphilippe, Valverde e lo stesso Yates. Proprio per questo, il Ct Davide Cassani punterà anche su Gianni Moscon, parso molto in forma nelle ultime classiche italiane. Luigi M. D’Auria

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