Solito spettacolo africano al Campaccio numero 59
San Giorgio su Legnano – Cambiano i nomi, passano gli anni, ma la sostanza non cambia: gli atleti degli altipiani africani sono i dominatori del mezzofondo e del cross internazionale. E lo hanno confermato nella cinquantanovesima edizione del cross del Campaccio, uno degli otto più importanti al mondo in quanto parte del restituisco IAAF Cross Country Permit, il circuito mondiale di questa bella specialità atletica. Negli ultimi dieci anni, solo l’ucraino Sergey Lebidmé stato in grado di contrastare il loro strapotere. Ma dato che Sergey é, almeno atleticamente, un vecchietto, possiamo solo onorare i successi di questi grandi atleti dalla struttura fisica fatta apposta per la corsa di altissimo livello.
Prima delle gare dei professionisti, é andato in scena lo spettacolo delle categorie giovanili e degli amatori che, un po’ come succede nella amica-rivale Cinque Mulini, rappresentano il vero cuore di un evento nato come una corsa paesana tra che passava da un vecchio bosco e da un nascente campo sportivo. Da allora la corsa é cresciuta e sono passati tantissimi fenomeni, ma gli amatori hanno continuato a rivestire la doppia veste di podisti per divertimento e supporters dei più forti, rendendo ancor più bello un evento che é già grande di suo.
Verso l’ora di pranzo, poi, é stato il momento dei professionisti, a cominciare dalla ragazze, che si sono sfidate sulla distanza di 6 chilometri. Dopo un primo giro corso a ritmi blandi da tutte, esclusa la triatleta e brava podista Sara Dossena, al terzo chilometro si é formato un gruppo di testa formato da tre keniane, una keniana naturalizzata bahreinita, un’etiope e un’ugandese. All’ultimo giro da due chilometri, poi, la keniana Alice Aprot ha fatto sua la gara al termine di una progressione impressionante, che l’ha portata a fissare il nuovo record della corsa in 18’56”. Staccate di poco Ruth Jebet del Bahrein e la keniana Linet Masai.
Spettacolare, anche se non velocissima, la gara maschile. Dopo l’azione iniziale del carneade Guglielmetti e del giovanissimo El Otmani, si formava un gruppo di testa formato da dieci uomini: i sei fenomeni degli altipiani presenti, Stefano La Rosa, il giovanissimo Yeman Crippa, il polacco Zalelewski e il giovane piemontese Italo Quazzola. Al terzo giro, i sei africani acceleravano ancora, rimanendo soli. Poi si staccavano nell’ordine l’ugandese Mande e i keniani Cherobeh e Longosiwa, forse il primo favorito della viglia. La volata a tre finale veniva vinta dall’esperto etiope Imane Merga, bravissimo a regolare il giovane connazionale Haji e il keniano Birech. Migliore dei nostri Stefano La Rosa, che si conferma uno dei migliori tra i nostri mezzofondisti. Buoni segnali anche dai giovani Crippa e Quazzola, che hanno il tempo dalla loro e che, se continueranno a crescere, potranno costruire qualcosa di importante per il nostro mezzofondo e cross. Donato D’Auria