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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Ciclismo

Damiano Caruso soprende tutti e chiude secondo al Giro d’Italia 104

01 giugno 2021

Milano – Alla fine Egan Bernal ce l’ha fatta. Dopo la vittoria incredibile al Tour de France 2019, lo scalatore colombiano (con forti radici ciclistiche in Piemonte, a San Giusto Canavese, dove é diventato professionista) aveva vissuto un 2020 negativo, funestato da problemi alla schiena. Il 2021 doveva essere l’anno della rinascita, ma non mancavano le incognite sul suo stato di forma. Anche grazie ad una squadra di altissimo livello (Filippo Ganna e Daniel Martinez sono stati gregari straordinari), Bernal ha letteralmente dominato le prime due settimane del Giro, imprimendo il proprio sigillo a Campo Felice, sullo sterrato di Montalcino e sullo Zoncolan, dove ha staccato tutti i rivali diretti per la classifica generale.

In un’edizione del Giro dove non sono mancate le gioie per i corridori italiani, vista la prima vittoria in carriera al Giro di Giacomo Nizzolo e Lorenzo Fortunato (grandissima la sua impresa sullo Zoncolan), i tifosi italiani sono stati deliziati da un grandissimo Damiano Caruso. Orfano di Nibali e di Formolo per la generale, il tifo italiano si é riversato sul corridore ragusano che, ritrovatosi capitano della Bahrain-Victorious alla quinta tappa per la caduta di Landa, si é costruito la sua occasione della carriera con una regolarità impressionante sulle salite, coronando il tutto con la vittoria della ventesima tappa, grazie ad una splendida azione da lontano.

Il predominio esercitato da Bernal e Caruso sulle salite ha messo in ombra gli altri contendenti per la classifica generale. Se Daniel Martin ha rimediato con una splendida vittoria nella tappa di Sega di Ala e Simon Yates é riuscito comunque a salire sul podio finale a Milano, le delusioni del Giro sono state Alexander Vlasov e Hugh Carthy: si erano presentati al via di Torino per consacrarsi, ma non ci sono riusciti nonostante squadre di ottimo livello e alcuni gregari di lusso (vedi Bettiol, vincitore della tappa di Stradella).

Nel corso di questa edizione del Giro, non sono riusciti a brillare Vincenzo Nibali, debilitato da una condizione non ottimale, e il talentino belga Evenepoel, ancora troppo giovane per competere al meglio in un grande giro di tre settimane. Lo spettacolo sportivo, peró, non é mancato, con un percorso reso interessante e vario dagli organizzatori di Rcs. Ciò che ha reso veramente interessante questa edizione della Corsa Rosa, però, é stato il ritorno del pubblico in strada, grazie a una situazione sanitaria finalmente più favorevole. Il Giro d’Italia, infatti, rappresenta un vero e proprio inno allo sport popolare (un paradosso, visto che sono quasi cento anni che esiste il professionismo nel ciclismo) e senza questa componente perderebbe gran parte del propio fascino. Donato D’Auria

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