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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Atletica

La maratona è il settore trainante dell'atletica italiana

18 agosto 2014

La maratona è il settore trainante dell’atletica italiana
“Agli Europei di Zurigo due medaglie su tre sono arrivate nella gara regina, forse l’unica gara in cui l’Italia primeggia ancora a livello europeo”
Zurigo – Dopo aver passato dieci giorni a Zurigo per seguire gli Europei di atletica (durati in realtà 7 giorni, ma ho preferito allungare il mio soggiorno) sono costretto a lasciare la città svizzera.

Dopo i saluti di rito ai proprietari dell’albergo in cui ho alloggiato mi dirigo verso la stazione di Zurigo. Qui, incredibilmente, incontro Gigione Magnani, un vecchio amico podista che ha deciso di seguire gli Europei dal vivo per la prima volta. Dopo i soliti aneddoti di Magnani, che mi ripete da quando avevo più o meno cinque anni, iniziamo a parlare degli Europei, decisamente avari di soddisfazioni per i nostri colori (solo tre medaglie, due ori e un argento, che definiscono un quadro desolate per l’Italia, abituata a ben altri livelli). Magnani chiarisce subito che non ha seguito le gare in pista, perché i biglietti erano troppo cari. Effettivamente l’accesso allo stadio Letzigrund di Zurigo costava una mezza ira di Dio, il che non ha di sicuro favorito la presenza del pubblico, che era numeroso solo alle gare di marcia e soprattutto alle maratone, maschile e femminile. Iniziamo a parlare proprio di queste due gare, per due motivi. Il primo: il mio amico è un ex maratoneta, quindi è particolarmente interessato alla maratona. Il secondo: la maratona ci ha regalato due medaglie su tre, quindi ne parliamo per lasciare da parte le note dolenti di questa spedizione azzurra.
Partiamo dalla maratona femminile, dove la gara è stata a dir poco spettacolare. Fin dal primo chilometro la gara è stata presa in mano dalla nostra Straneo, dalla croata Nemec, dalla francese Daunay e dalla turca-Etiopia Gebremesse. Queste atlete hanno segnato la corsa con un ritmo da 2 ore e 25′, tallonate dalla portoghese Augusto. Alla fine la vincitrice è stata la francese Christelle Daunay, che ha beffato la nostra Straneo, che ha ceduto al  40esimo chilometro alla progressione della francese. Terza è giunta la portoghese Augusto, che ha condotto una gara di rimonta. Dopo l’argento individuale, per l’Italia è arrivato anche l’oro nella Coppa Europa a squadre, competizione nella competizione, grazie al sesto posto della Incerti e al dodicesimo della Ejaffini, che insieme anche a Quaglia, Toniolo e Console hanno dominato questa competizione prima inclusa e poi esclusa dal medagliere.
Nella gara maschile il gran caldo ha fatto la differenza. Infatti in molti sono arrivati piegati in due dalla fatica e dal caldo, così come in molti si sono ritirati.
Mentre un gruppo di una quindicina di corridori guidavano una gara tattica. Mentre davanti si controllavano, il polacco Chabowski tentava la fuga solitaria. Alla fine era l’Italia a prendere il largo. Un attacco del pur in difficoltà Lalli apriva la strada all’ingegnere tesserato con l’esercito Daniele Meucci, che prendeva il largo e staccava di slancio Chabowski, poi ritiratosi. Dietro crollavano Lalli, Pertile e Ricatti e prendeva si formava un gruppo di inseguitori  dal polacco-eritreo Sheguno, dallo spagnolo Guerra e dal russo
Reunkov. Alla fine la spuntava Meucci con il tempo di 2 ore 11′ 08″, davanti a Shegunoe Reunkov. Terza medaglia europea il pisano (fu secondo nei 10000 a Barcellona 2010 e terzo nei 5000 a Helsinki 2012), che però non riusciva a trascinare alla medaglia a squadre una nazionale priva di altri atleti di livello, battuta da Russia, Francia e Svizzera. In particolare hanno deluso Lalli e Ricatti, che dopo un buon avvio non sono nemmeno arrivati.
Siamo quasi arrivati alla stazione di Milano, e non manca molto al mio ritorno a casa, dopo due mesi di viaggi. Magnani decide però di invitarmi a prendere una pizza, soprattutto per chiedermi un bilancio sulla spedizione azzurra di maratona. Io gli rispondo che torniamo da Zurigo con una squadra da Mondiale (quella femminile) ed un maratoneta di ottimo livello (Meucci). Comunque, torniamo con qualcosa. Il che non era scontato, vista la salute della nostra atletica. Luigi M. D’Auria

 

Daniele Meucci

(Foto: Colombo/FIDAL)

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