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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Donato Politica Press

La Finanza Islamica tra Etica ed Economia

16 settembre 2013

La Finanza Islamica tra Etica ed Economia

Torino – Interessante giornata di Relazioni di Politica Internazionale Organizzata giovedì 6 ottobre 2001 dall’Istituto Ipalmo Nord Ovest a Torino, in collaborazione con la Camera di Commercio e grazie al sostegno della Fondazione CRT e della Compagnia di San Paolo. La conferenza “La Finanza Islamica: tra Etica ed Economia” si è svolta presso il centro Congressi Torino Incontra, con ospiti di qualità e relatori stranieri: economisti, professori universitari, ministri ed ex ministri e senatori della Repubblica Italiana.

Organizzato da Ipalmo, uno dei maggiori istituti di politica estera italiani, è stato fondato nel 1971 con l’obiettivo di analizzare i rapporti fra Paesi avanzati ad economia di mercato e paesi del terzo mondo.

L’emergere impetuoso a partire fine del XX secolo di macro aree ad altissimo sviluppo demografico, economico e politico, quali Cina, India e Brasile o di potenze che si riaffacciano sulla scena mondiale quali la Russia, ha reso necessario che l’Istituto si ritagliasse il proprio ruolo in un scenario più ampio in relazione ai mutati equilibri politici in un mondo che si sta evolvendo in senso multipolare.

Gli interventi di esperti ed esponenti del mondo economico e finanziario hanno parlato sul ruolo e le modalità operative delle istituzioni di Islamic Banking and Finance sui mercati internazionali, sulla particolarità della loro natura etica e sul modo in cui questa ne influenza le decisioni di investimento. Si tratta  di un argomento di particolare importanza, in un quadro di progressiva crisi e necessità di riforma dei sistemi finanziari occidentali, sempre più condizionati da dinamiche puramente speculative che non tengono conto degli effetti economici e sociali di questi vasti movimenti di capitali. Non va, inoltre, dimenticato che la Finanza Islamica  può contare su disponibilità di capitale che superavano, nel 2009. 750 miliardi di dollari e che potrebbero arrivare, nel 2015, a toccare i 2.800 miliardi (fonte il Sole-24 Ore); una parte cospicua di queste risorse è già impiegata nei mercati europei, soprattutto in progetti a sfondo sociale (sanità, istruzione) e infrastrutturale, con l’Italia a rappresentare ancora, purtroppo, un fanalino di coda.

Molto interessante la relazione del dr. Nasser Saidi, Chief Economist del centro finanziario di Dubai DIFC e professore all’Università di Chicago e di Ginevra, in passato ministro e vice-governatore della Banca del Libano. Ha spiegato molto bene il dr. Dian Ediana Rae, Chief della Rappresentanza per L’Europa della Banca d’Indonesia, con sede a Londra, lo sviluppo degli istituti bancari islamici in Indonesia ed il loro ruolo etico perché in questo questo paese di 200 milioni di abitanti e con 94% a rappresentanza musulmana si è votato alla democrazia e l’occidentazione. Per i musulmani il guadagno viene con il lavoro non con la speculazione. Il loro concetto di onestà porta alla compartecipazione nell’economia sia negli investimenti che nei rischi.

Tra gli ospiti italiani ha parlato Alfonso Iozzo, già Presidente della Cassa Depositi e Prestiti, spiegando la finanza islamica nel quadro di un nuovo assetto monetario internazionale, il dr. Andrea Comba, Presidente della Fondazione CRT relazionando sulla finanza islamica come esempio di finanza etica e Luigi Cavalchino Garofoli, Ambasciatore, Presidente di Unicredit Private Banking, con i  cambiamenti nei rapporti di geopolitica tra Italia, Europa e Paesi Islamici nel mondo globalizzato. Anche la signora Anna Marra del Servizio Centro Studi e Relazioni Internazionali della Banca d’Italia, ha spiegato il peso finanziario dei Paesi Islamici sui mercati internazionali: passato e ruolo attuale. Donato D’Auria

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