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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Accadeva

Barrios ritrova la vittoria nella 15esima “Matesina”

25 giugno 2013

Barrios ritrova la vittoria nella 15esima “Matesina”

Bojano (Campobasso) – Il 25 agosto 1992 è una data importante per il Molise sportivo, perché in tale giorno da ormai 15 anni si disputa una gara di livello tecnico elevatissimo e diventata una delle più importanti del mondo: “La Matesina”.

Anno dopo anno, questa manifestazione cresce assumendo ulteriori connotazioni: quella sociale per esempio. Così stavolta la novità apportata da Armando Spina e dai suoi collaboratori dell’Atletica Leca Boxano è stata l’inserimento di una gara per giovanissimi, ovvero per i bambini delle scuole elementari, che si sono cimentati in un giro del circuito (da 500 metri), in una spettacolare kermesse assolutamente non competitiva, ovvero senza classifica e senza premi: è stata semplicemente l’occasione per portare i ragazzi alla sana pratica del nostro appassionante sport. Quest, peraltro, è una politica da sempre propugnata e attuata da Armando Spina, una politica che ha già dato i suoi frutti proprio recentemente, in occasione dei campionati europei juniores di San Sebastian. Naturalmente anche le migliori intenzioni debbono fare i conti con fattori imponderanti, quali il clima, gli errori umani e la superficialità. Fattori che quest’anno hanno causato un pizzico di suspence proprio nella gara principale, quella dei seniores. Il clima, intanto: alle 15.40, quando è stato dato il colpo di pistola per i 27 partenti, il termometro segnava 38 gradi all’ombra: è ovvio, si poteva gareggiare più tardi, con una temperatura meno elevata e con un sole meno cocente, ma “mamma Rai” aveva dettato la sua legge: per poter trasmettere in diretta la gara aveva imposto la partenza nell’ora più calda della giornata.

Il clima ha indotto gli atleti alla prudenza, almeno nella parte iniziale della gara, in cui il ritmo è stato relativamente blando: il gruppo ha proceduto compatto per otto giri, a un’andatura di 3.05’ al chilometro. In testa Totò Antico, sorretto dal tifo indiavolato del pubblico molisano. Grazie alle sollecitazioni di Antibo è cominciata la selezione, e a tre quarti di gara in testa sono rimasti in sei: tre keniani, il brasiliano Castro, il burundese Chisahayo e il messicano Arturo Barrios. A tre giri dal termine è stato proprio Barrios a prendere l’iniziativa, seguito dal keniano Cheromei. I due hanno proceduto insieme fino al termine, rischiando di percorrere un giro in più del dovuto, perché i distratti giudici avevano suonato la campana dell’ultima tornata. Così, quansi senz’accorgersene, Barrios si è ritrovato vincitore quando aveva appena lanciato lo sprint degli ultimi 500 metri. Una vittoria comunque meritata, la terza ottenuta dal fuoriclasse messicano sulle strade di Boxano. Questo “tris” gli ha consentito di portarsi a casa un importante trofeo d’argento di 7 chili, messo in palio fin dalla prima edizione dalla Banca Popolare del Molise.

In campo femminile Rosanna Munerotto, pur travagliata dalle sue crisi sentimentali che la vorrebbero spingere al ritiro dalle gare, è andata subito in testa, restando da sola al comando per tre dei sei giri. Nel quarto è stata ripresa da Roberta Brunet e dalla polacca Brzezinska, che al penultimo giro sono a loro volta andate in fuga, disputandosi poi la vittoria allo sprint. Ha prevalso la più veloce atleta polacca, reduce da un ottimo settimo posto sui 1.500 ai campionati mondiali di Stoccarda. Tuttavia va sottolineato l’ottimo comportamento delle atlete italiane, in particolare di Roberta Brunet. Almeno nella gara femminile i colori azzurri sono stati difesi egregiamente…..quello che, purtroppo non è successo fra gli uomini, dove si è ripetuto un fenomeno ormai fin troppo evidente: in Italia mancano gli stradisti puri, quelli capaci di dominare le corse e di lasciarsi alle spalle keniani, marocchini, brasiliani e messicani. Abbiamo grandi talenti nel fondo e nel mezzofondo, ma costoro, per scelta loro dei loro allenatori o della stessa Fidal, non si esibiscono nelle corse su strada oppure lo fanno solo nei momenti di scarsa forma. Eppure il Kenia insegna: questa nazione africana ha uomini che vincono medaglie alle grandi manifestazioni internazionali su pista e nello stesso tempo ha atleti in grado di dominare qualsiasi corsa su strada del mondo. Perché il Kenia sì e l’Italia no?

Donato D’Auria

Classifica maschile: 1) Barrios (Messico) 29.45’2; 2) Che romei (kenia) 29.45’6; 3) Castro (Brasile) 29.50’2; 4) Cisahayo (Burundi) 29.53’9; 5) Masai (kenia) 29.57’0; 6) Tergat (idem) 30.01’1; 7) Boutayiev (Marocco) 30.17’7; 8) Ondieki (kenia) 30.18’1; 9) Mourhait (Marocco) 30.39’1; 10) Too (kenia) 30.42’2; 11) Antico (Cus Pa) 30.45’3; 12) Zitouna (Marocco) 30.51’6; 13) Diamantino (Brasile) 30.57’7; 14) Vincentineto (idem) 30.59’4; 15) Kipkoech (kenia) 31.03’7; 16) Maminski (Leca Bojano) 31.06’6; 17) Carpenito (Fiamme Azzerre) 31.34’7.

Classifica femminile: 1) Brzezinka (Polonia) 9.42’9; 2) Brunet (Sisport To) 9.43’3; 3) Munerotto (idem)

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