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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Ciclismo

Froome cala il tris al Tour de France

28 luglio 2016

Froome cala il tris al Tour de France

Parigi – Per Chris Froome le luci della ribalta non sono più una novità. Forse lo erano alla Vuelta 2011 (quando perse per 13″ dal carneade Cobo) o al Tour 2012 (quando fu fermato per consentire a Sir Bradley Wiggins di vincere il Tour), ma non certo quest’anno, che sarà ricordato dagli appassionati di ciclismo come quello del suo terzo trionfo. Ora Chris si muove sul palcoscenico del Tour come un grande attore consumato.

Fino all’anno scorso, infatti, gli bastavano una tappa di montagna è una grande squadra per ammazzare la corsa, per poi mettersi a controllare gli avversari. Quest’anno, invece, ha giocato d’astuzia, facendo anche divertire il pubblico. Prima delle Alpi, infatti, ha guadagnato tempo solo a cronometro, in pianura e in discesa. Poi, nella cronoscolata Sallanches-Megeve, giornata difficile per tutti, ha messo la freccia, realizzando un tempo superlativo, e ha chiuso la partita.

Alle sue spalle, tanti corridori che hanno pensato più al piazzamento che ad attaccare Froome, troppo forte per tutti, soprattutto se scortato da gregari di lusso come Poels, Landa, Nieve, Thomas ed Henao. Tutti tranne Romain Bardet, ventiseienne di Grenoble, laureato in ingegneria, molto apprezzato dai francesi per il carattere gentile, la grande grinta e anche per la bella fidanzata. Dopo due stagioni da autentica promessa (top 15 a 23 anni e top 10 a 24) si è confermato l’anno scorso, dove è arrivato nono, ribaltando un bruttissimo inizio con grandi prestazioni. Quest’anno, é rimasto coperto fino alle Alpi, assicurandosi un piazzamento nei primi sette-otto, per poi scatenarsi nelle ultime tappe. Se non si farà schiacciare dalla pressione, potrà confermare il podio, o fare addirittura meglio, già dal prossimo anno.

Purtroppo, tra i personaggi di questo Tour non ci sono italiani. Vincenzo Nibali, dopo la grande vittoria al Giro, ha confermato di essere al Tour solo per preparare i Giochi di Rio a suon di prestazioni negative, cui hanno fatto da contraltare alcuni sprazzi di classe pura che fanno ben sperare in vista dell’appuntamento Olimpico. Ben peggiore la situazione di Fabio Aru, giunto tredicesimo a Parigi, che aveva incentrato la sua stagione sulla preparazione del Tour. Dopo un avvio discreto, il sardo aveva dato spettacolo (correndo al pari di Bardet) nelle giornate di Megeve ed Emosson, ma é poi crollato nel corso della ventesima tappa, quella di Morzine Avoriaz. A questo punto, il sardo deve resettare tutto e preparare al meglio la prossima Vuelta. Luigi M. D’Auria

Le Pagelle del Tour, curate da Luigi M. D’Auria e Luigi Magnani

Chris Froome 10: Troppo forte per tutti. Quest’anno, grazie all’aiuto della squadra, ha messo anche in scena delle azioni davvero spettacolari. Imbattibile.

Peter Sagan 10 e lode: Quinta maglia verde in cinque partecipazioni al Tour, tre vittorie di tappa, attracchi a ripetizione, una vittoria da cineteca a Montpellier. Semplicemente, il corridore non da gare a tappe migliore in circolazione.

Romain Bardet 9: Molta classe, unita ad una squadra piccola ma devota. Puó vincere il Tour.

Nairo Quintana 4: Doveva vincere il Tour, é arrivato sul podio grazie ai crolli di Porte all’inizio e Mollema alla fine. Se non vuole appassire, deve cambiare tutto.

Adam Yates e Louis Meintjes 8: L’inglese e il sudafricano hanno corso un Tour di buon livello, rivelandosi come grandi promesse del ciclismo mondiale.

Fabio Aru 5: Grande coraggio e qualche buono spunto, ma il tredicesimo posto finale grida vendetta.  Speriamo in una grande Vuelta.

Alberto Contador e Thibaut Pinot 3: Impalpabili. Il primo frenato dalle cadute e da una squadra disorganizzata , il secondo dalla pressione della Francia. Devono leccarsi le ferite.

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