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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Ciclismo

Sabato 4 maggio 2013 da Napoli è partito il 96esimo Giro D’Italia

06 maggio 2013

Sabato 4 maggio 2013 da Napoli è partito il 96esimo Giro D’Italia

Con duecentosette corridori il Giro d’Italia 2013 è partito regalandoci i primi due atti di un’opera e si annuncia avvincente e combattuta fino all’ultimo, metro di corsa.

Nella prima tappa il Giro è tornato, è proprio il caso di dirlo, in grande stile a Napoli, con una tappa per velocisti che ha incoronato sua maestà Mark Cavendish: il velocista dell’isola di Man ha dominato, grazie ad una squadra quasi perfetta, una tappa non scontata, per via dell’esteso lotto di velocisti interessanti.

Il Giro, miei cari lettori, è tornato a Napoli dopo la netta vittoria di “Re Leone” Cipollini nel 1996; ma la città partenopea è stata anche sede di partenza  del Giro nel lontano 1968 con la vittoria del grande Vittorio Adorni nella tappa Napoli-Potenza.

Nella prima parte della tappa il numerosissimo pubblico accorso sulle strade del centro storico ha dovuto assistere ad una sostanziale passeggiata turistica. Solo Giovanni Visconti ha movimentato la tappa con delle belle azioni sulla salita (facile) di Posillipo, che sono valse al corridore siciliano la maglia azzurra.

Dopo le inutili azioni di Cameron Wurf della Cannondale e di Tamouridis della Euskaltel-Euskadi, il gruppo si è presentato sullo splendido lungomare Caracciolo per giocarsi la volata, dove uno splendido Elia Viviani è stato beffato da un Cavendish che per la prima volta nella stagione ha dimostrato un ottimo livello di forma. Al terzo posto è giunto il francese Bouhanni, seguito a ruota da un buon Matthew Goss.

Il giorno successivo gli appassionati hanno assistito alla prima tappa che avrebbe  potuto fornire le prime indicazioni: la cronosquadre Ischia Porto-Forio, che ha riportato il Giro sull’isola d’Ischia dopo ben 54 anni.

I pronostici pre-tappa sono stati pienamente confermati, visto che la superpotenza Sky di Bredley Wiggins ha dominato agguantando la maglia rosa già alla seconda tappa; ma non è stato il baronetto britannico a vestire il simbolo del primato, bensì il siciliano-umbro Salvatore Puccio, che stava per staccarsi a un chilometro dalla fine, ma i crampi del bielorusso Siutsov lo hanno obbligato a rimanere in squadra per garantire il numero minimo di corridori per fermare il tempo. Inoltre, Puccio ha vestito la maglia rosa perché nella tappa di Napoli era stato il migliore dei suoi.

Al secondo posto ha chiuso la sorpresa Movistar capitanata da Juan Josè Cobo (due anni che praticamente non va) e dallo scalatore russo Karpets (ma chi è?), che è giunto a pochi secondi dalla maglia rosa. Brillante terzo posto per l’Astana di Vincenzo Nibali. Bene anche la Lampre Merida di Scarponi, la Vini Fantini Selle Italia, la Katiusha di Luca Paolini, la Garmin-Sharp del campione in carica Ryder Hesyedal e i baschi di Samuel Sanchez che hanno limitato i danni.

Molto male la Cannondale, orfana di Ivan Basso, e la BMC di Cadel Evans, oltre alla Omega di Cavendish che ha rinunciato alla maglia rosa.

E ora, miei cari lettori, si continua con le montagne calabresi (speriamo succeda qualcosa) e con le tappe in Piemonte che, come descritto nello scorso articolo, saranno decisive per lo svolgimento di questo bello e affascinante Giro d’Italia (mi riferisco soprattutto alla Cervere-Bardonecchia e alla Cesana-Col du Galibier).

Luigi Maria D’Auria

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