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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Ciclismo

Tre protagonisti e un percorso durissimo al Giro d'Italia numero 99

01 maggio 2016

Tre protagonisti e un percorso durissimo al Giro d’Italia numero 99

Torino – Per il sesto anno consecutivo, la nostra redazione seguirà il Giro d’Italia, giunto alla sua novantanovesima edizione. Mentre io preparo la guida turistica e gli itinerari, il nostro storico collaboratore Gigione Magnani sta provando a rimettere in strada la sempre più vecchia Ford Ka con cui abbiamo affrontato infiniti percorsi. Quest’anno sarà attesa da una prova di incredibile durezza: dovrà portarci in soli due giorni da Appeldorn, cittadina dei Paesi Bassi che ospita la partenza, a Catanzaro, dove inizierà il cammino italiano della Corsa Rosa.

Lasciate da parte le nostre questioni personali, che sicuramente non interessano i lettori, iniziamo a parlare del lato puramente agonistico di questa importantissima corsa ciclistica. La novità più importante per i tifosi italiani é il rientro al Giro di Vincenzo Nibali, vincitore dell’edizione 2013. Il siciliano, idolo del pubblico nostrano, non ha iniziato la stagione in maniera brillante (come testimoniato dalla prestazione flop alla Liegi Bastogne Liegi), ma vuole essere assoluto protagonista di questa edizione della corsa rosa, il cui percorso é adattissimo alle sue caratteristiche. I suoi principali rivali saranno due: Alejandro Valverde e Mikel Landa. Il primo, nonostante i trentasei anni d’età e gli infiniti successi, non ha mai partecipato al Giro (ragione per cui vuole fare bene), mentre il secondo é passato al Team Sky per diventare uno dei primi tre ciclisti al mondo nelle grandi corse a tappe.

Sarebbe riduttivo, però, circoscrivere la corsa per la maglia rosa finale a questi singoli tre uomini. Certo, nessuno puó competere in loro dal punto di vista del palmares e della forza della squadra, ma in tanti sono pronti a di battaglia. Primo fra tutti Rigoberto Uran, secondo al Giro nel 2012 e 2013, passato al team Cannondale per tornare protagonista alla Corsa Rosa. Il colombiano, che per caricarsi medita abbracciando gli alberi, potrà contare sull’appoggio di due ottimi gregari italiani: Davide Fromolo e Moreno Moser. Altri quattro corridori da tenere sott’occhio sono il capitano dell’Orica, Esteban Chavez Rubio, finalmente esploso ad alti livelli, quello della Alpecin, Tom Dumoulin, che vuole ripetere la grande Vuelta dell’anno scorso, oltre ai due capitani della Ag2R, Pozzovivo e Peraud.

Al Giro di quest’anno saranno presenti anche altri corridori interessanti. Per quanto riguarda le frazioni di media montagna e le cronometro, occhio a Fabian Cancellara, Tim Wellens e Adam Hansen: quando inseguono un successo parziale di tappa difficilmente sbagliano. Per quanto riguarda i velocisti, la lotta sarà serratissima, perché le tappe veramente adatte a loro sono davvero poche. Tra di essi, gli italiani Modolo e Viviani proveranno a dar fastidio ai grandi califfi dello sprint mondiale presenti, ovvero Kittel, Greipel e Demare.

Dal punto di vista degli appassionati, questo Giro sarà splendido, da quello dei corridori, sfiancante: non ci sarà neanche un attimo di tregua dopo le tre tappe olandesi. Da Catanzaro in poi, infatti, i corridori si troveranno di fronte a sei giorni chiave: le tappe nervose di Praia a Mare e Benevento, l’arrivo in salita di Roccaraso, le giornate imprevedibili di Foligno e Arezzo e la cronometro del Chianti, una delle tappe regine di questa edizione.  Neanche il tempo di rifiatare, che i corridori si troveranno di fronte ad una serie di tapponi dolomitici: l’arrivo in salita di Asolo, seguito dalle tappa di Cividale del Friuli e da quelle di Corvara, dell’Alpe di Siusi ed Andalo. La rese dei conti finale sarà in Piemonte: le tre tappe di Pinerolo, Risoul e Sant’Anna di Vinadio incoroneranno il vincitore, che sarà premiato a Torino.

Insomma, anche quest’anno Il Giro d’Italia si conferma fedele al suo motto: la “Corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mondo”. Luigi M. D’Auria

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