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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Ciclismo

Fabio Aru vince la settantesima Vuelta di Spagna

19 settembre 2015

Fabio Aru vince la settantesima Vuelta di Spagna

Madrid – Il cronista e l’autista sono stanchi, ma anche felici. dopo aver fatto le ore piccole, io e il mio compagno di viaggio Gigione Magnani stiamo tentando di raggiungere il nostro hotel madrileno, dove passeremo la nostra ultima notte spagnola. Domani, tirata in macchina fino alla redazione, dove il direttore di questo umile settimanale torinese ci attende per la consegna di questo articolo che conclude una grande stagione di ciclismo che, si spera, abbia emozionato anche i nostri ventisette lettori. Stagione che si conclude con un successo italiano in un grande giro. Il protagonista di questa grande impresa veste la maglietta azzurra dell’Astana, ma non é Vincenzo Nibali. Lo squalo dello stretto é stato, infatti, cacciato dalla direzione di corsa dopo la seconda tappa per esser stato “trainato” dalla sua ammiraglia per 200 metri nel corso della seconda tappa. Giusto punirlo, ma l’espulsione pare eccessiva, soprattutto in considerazione del fatto che episodi simili (vedi Porte al Giro) sono stati puniti con “banali” penalizzazioni di pochi minuti in classifica generale. Non usciamo troppo dal seminato e torniamo a Fabio Aru, personaggio di cui parlavamo in precedenza. Sardo, venticinquenne, un diploma classico alle spalle, Fabio é un corridore all’antica, che pensa più ad andare forte in salita che a crono (ma per fortuna é migliorato anche in questo), molto maturo e capace di imparare in fretta dai suoi errori. Al Giro di quest’anno si era sfinito nel tentativo di raggiunger subito in generale Contador, mentre in questa Vuelta ha fatto sfogare Chaves, Valverde e Froome (che si é auto eliminato centrando un guard rail nella tappa di Andorra) per poi passare all’attaco. Quando non é riuscito a distanziare la sorpresa, perché ritenuto solo un cronoman, Dumoulin non si é innervosito, riprendendosi la maglia con un attacco di squadra orchestrato con la stessa qualità con cui Herbert Von Karajan diresse la vecchia orchestra del Regio di Torino (questa é una citazione di Magnani). Alle spalle del “Cavaliere dei Quattro Mori” giunge l’eterno Purito Rodriguez, corridore che sono per coincidenze non ha mai vinto un Grande Giro, mentre il terzo é Rafal Majka, polacco che si propone come erede alla Saxo di un certo Alberto Contador. Ultima nota dedicata all’organizzazione, a tratti non di altissima qualità. La sensazione é che, nonostante la presenza di un zoccolo duro di altissima qualità (lo staff di As), la presenza di alcuni dilettanti allo sbaraglio, addirittura capaci di centrare in moto i corridori, siano riusciti a rovinare, per fortuna solo in parte, uno spettacolo di altissima qualità. Luigi M. D’Auria

Le pagelle di Luigi M. D’Auria e Luigi Magnani

Fabio Aru 10: Straordinario, pazzesco, bravissimo. Sono finiti gli aggettivi per descriverlo. Ora vada all’attacco di Tour e Giro e, perché no, anche di Classiche da lui snobbate come Lombardia e Ardenne.

Joaquim Rodriguez 8: Purito é un regolarista, ma non un vincente, almeno nei grandi Giri. L’età non é più verdissima ma lui ci prova ancora. Dovrebbe solo migliorare un minimo a crono. Perché non provarci.

Rafal Majka 7: Obbligato a fare spesso il gregario di Contador, viene spesso dimenticato. Rafal, tuttavia, é ancora giovane e potrebbe farci divertire ancora per tanti anni.

Quintana e Valverde 5: Un solo concetto: tanto fumo e poco arrosto. Perché controllare la corsa se non stai bene? Perché provare ad arrivare quarti di tappa, sfinendoti, quando hai altra chance di recupero? Perché non attaccare quando stai bene? Speriamo rispondano con altri grandi risultati.

Chaves e Dumoulin 7: Entrambi sono calati alla distanza, ma hanno mostrato grandi qualità. Questa Vuelta deve essere un palestra per prendersi il futuro.

Moreno e Nieve 6 1/2: Bravi ad entrare nei dieci. Il primo, nonostante non sia giovane, ha l’occasione della vita il prossimo anno. Senza Rodriguez in squadra potrà finalmente far classifica.

Meitnjes 7: Giovanissimo e di grande talento. Dopo la top 15 al Tour é entrato nei dieci alla Vuelta. Il prossimo anno, alla corte di Beppe Saronni, potrebbe esplodere. Seguitelo.

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