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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Donato Politica Press

In Palestina prosegue la Guerra tra Israele e Hamas

23 agosto 2014

In Palestina prosegue la Guerra tra Israele e Hamas
“Nonostante la tregua umanitaria di 72 ore le parti non vogliono mettere fine ad un conflitto che miete sempre più vittime”
Il Cairo- La notizia si diffonde velocemente, nell’albergo del Cairo nel quale alloggio. L’ennesimo tentativo di mediazione del Presidente egiziano Al-Sisi (anche se questo generale sembra più un dittatore che un Presidente della Repubblica) è fallito, chiudendo per ora ogni spiraglio per una risoluzione pacifica di questo ennesimo conflitto israelo-palestinese, che si trascina ormai da alcuni mesi quasi ininterrottamente.
Quando raggiungo la sala da pranzo del mio albergo per la cena, non posso non nascondere una certa incredulità, dato che incontro un amico egiziano che non vedo da parecchio tempo. Quando lo saluto, sono ancora più sorpreso, perché scopro che nel frattempo è diventato un diplomatico e lavora al Ministero degli Affari Esteri del Cairo. Anche lui è piuttosto sorpreso quando gli dico che mi trovo lì perché sono un giornalista che sta documentando il conflitto israelo-palestinese. Seduti in una delle piazze principali del Cairo, non possiamo che parlare di questa guerra, visto che tutti e due siamo obbligati a seguire questo conflitto. Senza esitare gli chiedo perché proprio l’Egitto si possa porre come mediatore in un conflitto così spinoso. Il mio amico, con una punta di nazionalismo, mi risponde che l’Egitto è l’unico Paese che ha buoni rapporti con tutte le parti in causa. Infatti, l’Egitto riconosce l’Autorità Nazionale Palestinese, è ufficialmente “Stato amico” di Israele dagli Accordi di Camp David del 1978 e intrattiene dei minimi rapporti diplomatici con il Governatorato della Striscia di Gaza, unico tra gli Stati del Medio Oriente.
Dopo un buon caffè, chiedo al mio amico cosa pensa del comportamento del Premier israeliano Netanyhau, che ha ritirato le truppe terrestri dalla Striscia di Gaza, ma che continua a bombardare senza pietà i civili quanto gli obbiettivi militari della stessa Striscia. Non senza un po’ di imbarazzo, il mio amico mi risponde che a Israele non conviene invadere alcun territorio dell’Autorità Nazionale Palestinese, membro osservatore dell’ONU, per non incappare in sanzioni internazionali. Israele è tuttavia interessato a distruggere i celebri tunnel per fermare Gaza economicamente. Infatti, quando questo conflitto sarà finito, la Palestina utilizzerà tutti gli aiuti internazionali per ricostruire i tunnel, vitali per non subire un embargo internazionali, e non avrà altre risorse per fare investimenti nel campo della sanità, dell’economia e dei trasporti. In questo modo Gaza non potrà mai avere neanche una parvenza di sviluppo economico. Se così sarà, questi due popoli finiranno per distruggersi a vicenda in continue guerre. Speriamo vinca il buonsenso. Luigi M. D’Auria

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