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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Atletica

Ottimi gli azzurrini nella terza giornata degli Europei di Tallinn

12 luglio 2015

Ottimi gli azzurrini nella terza giornata degli europei di Tallinn

Tallinn (Estonia) – Dopo una seconda giornata incolore (illuminata solo, come ampiamente descritto, dall’oro nei cento di Giovanni Galbieri), l’Italia è tornata a farsi valere nella terza giornata degli Europei Under 23 di atletica in corso di svolgimento della Capitale Estone. Infatti, i nostri non erano presenti in molte gare, ma in quelle competizioni in cui alla partenza veniva annunciato un’atleta nostrano i nostri sono riusciti a superarsi. Pensiamo ad esempio a Giacomo Tortu, fratello maggiore del gioiellino Filippo, che nei 200 metri è riuscito a disputare la finale pur essendo accreditato di uno dei peggiori tempi d’ingresso già dalle batterie. Gara molto emozionante anche quella dei 1500 metri maschili, dove erano impegnati i nostri tre portacolori Mohad Abdikadar, Junior Bussotti Neves e Soufiane El Kabbouri. Gara molto tattica e decisa solo ai duecento metri dall’arrivo, quando il fortissimo spagnolo Marc Alcala lascia la compagna e si invola verso la vittoria. Dietro, lo seguono a ruota Abdikadar e Bussotti, che fanno sognare la doppia medaglia a tifosi e staff degli azzurri. Se Abdikadar ottiene un meritatissimo argento, Bussotti si addormenta negli ultimi 50 metri e si fa superare dall’inglese Gourley (la scena ricorda a me e Gigione Magnani la Milano-Sanremo in cui Erik Zabel si fece superare da Oscar Freire quando era a braccia alzate) ed è costretto a rompere le bottiglie della zona mista anziché mordere per scherzo una medaglia che avrebbe dato un sapore diverso alla sua ancora brevissima carriera. Speriamo che questo quarto posto gli serva da lezione.

Chi, invece, non si fa fregare sul filo dei centesimi è Lorenzo Perini, che coglie un ottimo terzo posto nei 110 hs. Dopo essersi fatto sfuggire l’inglese Omoregie e lo spagnolo Colomo (troppo forti oggi), Perini riesce a controllare con autorità, ma con qualche brivido, l’inglese David e l’ospitalità svizzero Pena, che finiscono quattro centesimi dietro l’italiano, che c’entra il personale stagionale a 13.86. Se le precedenti medaglie erano sicuramente attese, non si può dire lo stesso del bronzo ottenuto nell’alto maschile da Eugenio Meloni. Prima di ogni altra considerazione, bisogna ricordare che la gara (che ho seguito a bordo pista vicino alla madre di Eugenio, anche lei ex altista, Tiziana Vecchio) non ha raggiunto misure faraoniche, forse a causa del l’emozione che ha frenato tanti big della viglia, come il tedesco Potye, il danese Klausen e il belga Ghuys. Chi non ha tremato è stato, invece, proprio Meloni, che ha centrato il personale a 2.21 con un percorso netto, prima di fermarsi alla soglia di 2.24, per ora troppo distante anche dal punto di vista psicologico, visto che Eugenio cercava il 2.20 da troppo tempo per pensare più in alto. Ora, per il figlio d’arte (anche il padre Andrea è stato altista, nonché primatista sardo prima di Eugenio) che si allena a Modena con coach Corradi e Silvano Chesani, si aprono le porte di una carriera internazionale vera, rincorrendo, per ora solo da lontano, i big italiani (e magari l’israeliano Kroyter, il russo Ivanyhuic e l’inglese Kandu, speriamo compagni di podio anche da senior). Infine, due quarti posti che nobilitano ancor di più questa bella giornata azzurra. Hanno ottenuto la quarta piazza, infatti, Davide Re nei 400 e Samuele Dini nei 5000. Insomma, la strada è lunga per l’atletica italiana ma, per fortuna, esistono dei giovani che, piano piano, stanno tracciando quantomeno dei sentieri di qualità. Luigi M. D’Auria

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