Oggi contro il rumeno trapiantato a Firenze Ungur è stato esattamente così: il giocatore di Pitesti ha mostrato un gioco più brillante dominando la partita ma senza mai averla in pugno fino alla fine, esposto com’era alle ragnatele tessute con pazienza e calma dal “ragno” Coppejans. Trovatosi avanti 3-0 soprattutto a causa di errori dell’allievo di Fabrizio Fanucci, il belga è stato bravo a contenere i tentativi di recupero di un Ungur finalmente entrato in partita. Il parziale di 6-3 rendeva, quindi, giustizia alla costanza di Coppejans, ma evidenziava anche che quando Ungur fosse stato in grado di mettere in moto il suo rovescio ad una mano “bionico” la partita avrebbe potuto girare. E così è stato, dato che il secondo parziale è stato un vero e proprio “one man show” del rumeno che ha messo alle corde un Coppejans parso alquanto stanco (bisogna anche ricordare che il belga è stato costretto al terzo set da tutti i suoi avversari: Ymer, Sonego ed Edmund) e incapace di andare oltre un passivo di 6-2. Davvero splendido il terzo set, epilogo di quella che è stata la partita più bella di un torneo già emozionante. Ungur si è trovato avanti più volte, ma ogni volta che si è trovato in vantaggio ha cercato di chiudere solo con colpi spettacolari, andando fuori giri sia con il dritto che con il rovescio, suo cavallo di battaglia. Alla fine i due hanno dato vita ad un tie-break splendido vinto 7-5 da un Coppejans che a questo punto reclama un posto, quantomeno da quarto uomo, nel quarto di finale di Davis Svizzera-Belgio. Ora Coppejans sfiderà nella finale, che si svolgerà alle 15.30 di domenica, il nostro Marco Cecchinato, che con un perentorio 6-2 6-1 ha liquidato il gioiellino francese Maxime Hamou, dolorante alla gamba sinistra e forse pago della semifinale raggiunta partendo dal purgatorio delle qualificazioni. Il siciliano è invece sceso in campi con l’atteggiamento del lupo che sente l’odore del sangue, dato che dopo le semifinali perse a Napoli e Vercelli Cecchinato aveva dato l’impressione di essere pronto per tornare in una finale Challenger, obbiettivo mai più raggiunto da quando a sorpresa beffò tutti all’edizione 2013 del defunto torneo di San Marino.