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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Ciclismo

Aru e Contador si giocano un Giro sempre più spettacolare

17 maggio 2015

Aru e Contador si giocano un Giro sempre più spettacolare

San Giorgio nel Sannio (Benevento) – Paolo Tiralongo e Fabio Aru si abbracciano piangendo dopo la vittoria del primo nella nona tappa del Giro.

Questa immagine descrive meglio di mille parole la compattezza della formazione kazaca, capace di trasmettere questa forza anche sul campo, dove è decisamente la più forte. Tuttavia, la maglia rosa è ancora sulle spalle di Alberto Contador che, dopo una caduta nella tappa di Castiglione della Pescaia (causata dall’inciviltà di uno spettatore che per fare una fotografia ai corridori ne ha tirati giù una ventina), è riuscito a difendersi dagli attacchi di Fabio Aru a Campitello Matese e San Giorgio del Sannio, due tappe spettacolari che hanno emozionato me e il mio autista “Gigione” Magnani, che ha scelto davvero un’ottima stagione per seguire di nuovo il Giro d’Italia. Oramai, infatti, non mi stancherò mai di ripeterlo (e non smetto certo ora, dato che siamo giunti al primo giorno di riposo): questa novantottesima edizione della Corsa Rosa è una delle migliori di sempre. Lo è perché   gli organizzatori hanno deciso di non avere nel proporre tappe non scontate come quelle di Campitello e San Giorgio, dove i trabocchetti si nascondono dietro ogni curva. Inoltre, molto spesso in questo Giro le fughe riescono ad arrivare all’arrivo, per cui molti corridori che erano partiti senza particolari ambizioni possono ora diventare protagonisti. Un esempio per tutti è quello dei corridori Movistar, che dopo una buona crono squadre inaugurale si sono infilati in ogni fuga, vincendo con Inxausti in Molise e piazzando in classifica Izaguirre, Amdor , oltre ad un ottimo Giovanni Visconti. La tappa che mi è piaciuta di più è stata quella odierna. Infatti, fin dalla partenza di Benvento si sono succeduti scatti e contro scatti , fino a quando una fuga di 10 corridori, con dentro atleti di alto livello come Betancur, Slagter, Hesjedal e Tiralongo, che si è giocata la tappa sul Passo Serra: lì è nato l’attacco decisivo di Tiralongo. Dietro, però, è stato spettacolo: Aru, come aveva fatto a Campitello, ha attaccato dopo una gran tirata di Dario Cataldo, seguito dal suo compagno Mikel Landa (corridore di grandissimo talento) che lo ha poi pilotato fino all’arrivo. Con il sardo sono rimasti solo la maglia rosa Contador e Richie Porte, mentre dietro pativa le pene dell’inferno uno spento Rigoberto Uran, che ha fatto fatica a rimanere anche nel gruppo di venti unità che vede appaiati tutti gli altri uomini di classifica. La tappa di oggi ha qui di confermato che il vincitore del Giro sarà uno tra Contador, Aru e Porte, racchiusi in trenta secondi. Dietro, corridori quotati come lo stesso Uran, rischiano di doversi accontentare del quarto posto come massimo risultato possibile. Certo, la corsa è ancora lunga, ma sembra quasi impossibile che altre squadra all’infuori di Sky, Astana e Tinkov possano prendere l’iniziativa, dato che le non corazzate faticano a fare gruppi in un Giro come questo che non da alcun respiro ai corridori. Mentre penso a queste cose, tuttavia, sono richiamato all’ordine da Luigi Magnani: avendo deciso di tornare a Bojano, e quindi ai piedi di Campitello Matese, dovremo fare in fretta a partire se vogliamo arrivare in tempo per la cena a casa della famiglia Spina, grandi amici di vita e di sport, che ha deciso di ospitarci. Luigi M. D’Auria

 

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