Il declino delle ferrovie locali nel Sud
Ascoli Striano (Foggia) – Come forse avete intuito leggendo i miei ultimi articoli, miei cari lettori, ho passato delle splendide vacanze in compagnia di mio padre nel Sud Italia; ed è stato proprio durante queste vacanze che ho notato con sconcerto che molte storiche linee ferroviarie locali che attraversavano splendide Regioni, come Puglia, Basilicata, Abruzzo e Molise, sono state soppresse nell’ultimo anno. Infatti, storiche ferrovie come la Sangritana, la ferrovia Ofantina, la Sulmona-Carpinone e la Rocchetta Sant’Antonio-Gioia del Colle hanno chiuso i battenti a seguito di decisioni quanto meno discutibili da parte delle Ferrovie dello Stato e delle Ferrovia Sangritana. Si trattava di percorsi con ambiente e paesaggi da sogno, con vallate incontaminate.
Ritengo discutibili questi provvedimenti, innanzitutto, per un motivo: sono ormai anni che molti partiti politici ci impongono uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente. Non voglio assolutamente andare contro questa giusta politica, ma sono convinto che eliminando i treni tutte le persone che utilizzavano queste storiche linee utilizzeranno la macchina per spostarsi e, di conseguenza, aumenteranno le già esagerate emissioni di sostanze inquinanti anche in Comuni che spesso sono parte di parchi nazionali.
Partiamo dalla cosiddetta “Transiberiana d’Italia”, ossia la Sulmona Carpinone Isernia. Questa storica linea, aperta fin dal 1914, non scendeva mai sotto gli 800 metri di altezza e consentiva a Comuni piccoli e mal serviti dai bus, come Campo di Giove e Pettorano, di essere collegati con una rete a carattere nazionale. Purtroppo però è stata chiusa a fine 2011 per riparazione straordinaria della linea e mai più riaperta.
Passiamo ora alla ferrovia Sangritana, che collegava Pescara con Castel di Sangro. Purtroppo ora la Ferrovia Sangritana, storica azienda che un tempo si occupava solo di questa storica linea, ora gestisce il servizio solo fino a Lanciano, concentrandosi su direttrici come la Teramo-Pescara, che con la Val di Sangro centrano davvero poco.
Veniamo ora alla ferrovia Ofantina che raggiungeva Avellino partendo dal piccolo centro foggiano di Rocchetta Sant’Antonio, toccando splendidi borghi rurali come Calitri e Monteverde e localtà montane come gli splendidi laghi di Monticchio. Anche questa ferrovia ha cessato di esistere dopo che le Ferrovie dello Stato avevano iniziato dei lavori di manutenzione straordinaria.
Anche la ferrovia che andava da Rocchetta Sant’Antonio a Gioia del Colle attraversando tutte le Murge, splendide colline di cui fa parte il famosissimo centro di Alberobello è stata chiusa, cessando il servizio nel 2011. Dopo poco tempo le ferrovie hanno deciso di ridare vita alla ferrovia, limitandosi però a riaprire il tratto Gravina di Puglia-Gioia del Colle, lungo a malapena 18 chilometri e trecento metri.
Le uniche ferrovie locali che riescono a sopravvivere sono la Termoli-Campobasso e la Foggia-Potenza, linee altrettanto storiche che purtroppo sono poche utilizzate anche dai residenti. Infatti, la Foggia Potenza è servita solo da treni a due carrozze a dir poco vetusti e l’ammodernamento dei treni previsto sulla Termoli-Campobasso è slittato a data da destinarsi, vanificando le poche possibilità di rilancio della linea.
Tutti questi investimenti potrebbero essere comprensibili se con i soldi risparmiati dalle chiusure si potesse finalmente dotare di secondo binario il tratto della ferrovia Adriatica che va da Termoli a Lesina, riducendo di quaranta minuti la durata di tutti i cosiddetti treni nord-sud, occasione di rilancio per il Sud-Est del nostro paese.
Considerato che sono sessanta anni che aspettiamo il rimodernamento della ferrovia adriatica e che nessuno si è ancora mosso per compierlo tanto valeva continuare ad investire sulle ferrovie a carattere locale. Luigi Maria D’Auria