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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Donato Politica Press

Il Premio Nobel per la Pace 2012 va all’Unione Europea

28 dicembre 2012

Il Premio Nobel per la Pace 2012 va all’Unione Europea

Con grande piacere ho accettato l’incarico proposto dalla redazione, ossia parlare del riconoscimento ottenuto dall’Unione Europea, che ha raggiunto il Nobel come coronamento di sessant’anni senza guerre.

Sicuramente la crisi economica ha diminuito la credibilità dell’Unione Europea a livello esterno, ma soprattutto a livello interno, alimentando così le voci di uccellacci del malaugurio che la considerano un’istituzione superata dopo soli vent’anni di vita  (l’Unione è nata a Maastricht nel 1992). Inoltre lasciare tutto qui significherebbe portare tutti gli Stati in isolamento con monete svalutate e lasciare a metà importanti riforme, come le macroregioni sovrannazionali e gli incentivi per le maggese.

Numerose sono state le critiche rivolte al fatto che l’Unione Europea abbia partecipato a molte guerre, tra cui alcune ancora in corso. Il premio è però stato dato  proprio all’Unione Europea perché è stata portatrice di pace in un continente, creando così condizione di serenità e tranquillità in più di uno Stato.

L’Unione, nata come CECA, ha unito in tutti i sensi un continente, aprendo le porte a nuove culture e a nuove frontiere, aiutando anche piccoli Paesi in difficoltà (pensiamo a Cipro), rappresentando così il primo esempio di governance sovranazionale della storia, imponendosi nei confronti degli Stati Uniti, che, pur essendo uno splendido esempio di sistema federale, sono comunque frutto di una comune unità linguistico-culturale.

Tuttavia, se l’esperimento dell’Unione è riuscito, perché non procedere con gli Stati Uniti d’Europa? Forse questo difficile passo (fattibile con un referendum popolare) trasformerebbe un continente considerato in discesa nella prima potenza economica mondiale. Perché non provare a trasformare un’unione di tipo economico in un unione di tipo giuridico? Forse bisognerebbe disancorarsi dai propri privilegi nazionali per portare avanti una campagna di tipo culturale oltre che politico: nonostante tutto credo che questo sia troppo utopistico per il momento economico attuale; nonostante tutto la crisi non deve passare sotto i nostri occhi solo come qualcosa di negativo. Infatti, questo momento storico deve essere vissuto come uno stimolo a creare un’economia nuova più sostenibile, meno capitalista e che miri al benessere della persona in tutti i sensi, non solo a livello finanziario.

Per concludere, il premio deve essere considerato come proprio da tutti i cittadini europei, che hanno aiutato le nazioni a creare questa governance sovranazionale grazie alla loro voglia di Pace. Luigi Maria D’Auria

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