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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Donato Politica Press

In Ucraina la Guerra Civile è ben lontana dalla fine

17 agosto 2014

In Ucraina la Guerra Civile è ben lontana dalla fine
“L’esercito regolare continua ad occupare le campagne, mentre i filo-russi, forse armati da Putin, continuano a resistere nelle città dell’est”
Kiev- Sono passati nove mesi e mezzo da quando alcune migliaia di giovani e di estremisti di destra iniziavano una protesta pacifica in Piazza dell’Indipendenza a Kiev contro il Presidente di allora Janukovich. A quel primo gruppo di manifestanti se ne aggiunsero via via altri, e quello che divenne il “Fronte del Maidan” iniziò ad aumentare in maniera vertiginosa i propri consensi, tanto da diventare il primo partito del Paese, in grado di deporre lo stesso Janukovich. Il fronte di coloro che si opponevano a questa rivolta popolare era però rappresentato da persone illustri, industriali e anche da una parte della popolazione, che si rivolsero al loro interlocutore internazionale più importante, il Presidente della Repubblica Russa Putin, che decise di cogliere la palla al balzo per conquistare la Crimea, regione strategicamente importante per il controllo del Mar Nero. Una forza di seimila soldati armati fino ai denti ha così conquistato un territorio senza alcuna dichiarazione di guerra ma con il supporto di una buona fetta della popolazione, desiderosa di riunirsi alla “Grande Madre Russia”( in quell’angolo di mondo la fine dell’Unione Sovietica non è considerata un evento da festeggiare, Stalin è un eroe mentre Kruscev e Gorbaciov sono considerati dei diavoli). Mentre la Crimea diventava parte dell’impero del nuovo Zar Vladimir I, in Ucraina le elezioni premiavano il partito filo-europeista che, dopo aver firmato un accordo di libero scambio con l’Europa, schierava l’esercito nell’est del Paese, dove un esercito controrivoluzionario, forse armato da Putin, aveva di fatto occupato il 20% del territorio ucraino. Qui finisce la storia della Rivolta del Maidan, che lascia spazio ad un’altra storia. Quella del Guerra Civile Ucraina.
Ormai è infatti impossibile parlare di semplice sommossa popolare, perché in questo mesi stanno combattendo eserciti formati da decine di migliaia di soldati, che combattono con ferocia e che, purtroppo bisogna dirlo, ripudiano la pace. È inoltre doveroso aggiungere che quello ucraino si inserisce in un contesto più ampio, che ha fatto ripiombare l’Europa in un clima da Guerra Fredda. Infatti è accertata la presenza in Ucraina di un esercito Euro-Americano formato da 1000 consiglieri militari, mentre è altrettanto sicuro che i filo-russi, perse le campagne, resistono nelle loro roccaforti grazie a mitra costruiti in Russia ed aerotrasportati da uomini del genio delle truppe di Mosca. Come tutte le guerre, anche questa è infatti dominata dalle grandi potenze internazionali.
Giusto per rallegrare gli animi, le truppe russe sono in movimento ai confini con la Polonia (tramite l’exclave di Kaliningrad) e con le Repubbliche Baltiche. Questi Stati si dicono pronti a coalizzarsi per fermare quella che può essere  considerata la “minaccia russa”.
Questa guerra uccide, come tutte, soprattutto innocenti. Un aereo con a bordo 298 persone è stato abbattuto da non si sa quale contraerea visto che le parti, come al solito, si accusano a vicenda. Quei 298 erano colpevoli solo di viaggiare. Ecco uno dei tanti motivi per cui questa guerra non può non scuotere i nostri animi. Luigi M. D’Auria

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