Una “Maratona di Torino” perfetta per 1” non è la più veloce d’Italia
Torino – Quest’anno la Maratona di Torino è stata finalmente accompagnata da condizioni climatiche favorevoli: quando, alle 9,38 di domenica 24 aprile i quasi 2.000 concorrenti hanno preso il via da viale Laghi di Avigliana, la temperatura di 12° e provvidenziali nuvole avevano appena coperto il sole. Nel corso della gara la colonnina di mercurio è poi arrivata a toccare i 15-16°, senza così infastidire troppo i maratoneti. Come si prevedeva, la gara è stata dominata, in mancanza di tutti i più forti specialisti italiani, dagli atleti stranieri, a cui ha vanamente tentato di opporsi il solo Gian Luigi Curreli, che nel finale ha duramente pagato il suo sforzo, finendo solo 19°. Il gruppo di testa, comprendendo Tadesse, Dinsamo, Tummo, Castillo, Munoz e Wathier, è passato in 1h05:25 a metà gara. Sotto la spinta degli atleti africani, ben presto è avvenuta la selezione, e all’entrata nel Valentino sono rimasti soli al comando l’etiope Tummo Turbo (che era tra i favoriti) e il keniano Michael Kapkiai, un nome nuovo, al suo esordio in maratona.
Dopo un lungo e accanito duello, proprio nell’ultimo chilometro Kapkiai ha piazzato l’allungo decisivo, che lo ha portato ad aggiudicarsi la quarta edizione della Turin Marathon nel tempo-record di 2h10:07.5. Dietro Tummo, anche Casillo e Tedesse hanno concluso in meno di 2h12:00, e altri 7 atleti in meno di 2h15:00. Solo quattordicesimo, si è piazzato il primo degli italiani, il veneto Ivano Marcon, che ha impiegato 2h16:56.9. Secondo degli italiani e primo dei piemontesi è stato Antonio Ciucio, che al suo esordio in maratona ha corso in 2h19:01.5, giungendo 17° assoluto. In campo femminile è stato pienamente riscattato l’onore nazionale, grazie a Laura Fogli, Ornella Ferrara e Antonella Bizioli, piazzatesi nell’ordine. Da segnalare che la Fogli, passata in 1h14:12 alla mezza maratona, nel finale ha rischiato di essere ripresa da una Ferrara in forte rimonta. Per quanto riguarda le atlete piemontesi, da segnalare il 10° posto di Maria Grazia 1.542 podisti, a cui vanno aggiunte un’altra dozzina giunte oltre le cinque ore. Dopo gli inconvenienti dell’anno scorso, l’organizzazione ha fatto un enorme salto di qualità, incontrando l’apprezzamento di tutti i concorrenti e gli addetti ai lavori. Particolarmente riuscita la partenza, avvenuta in un scenario molto più suggestivo di quello del passato. Lungo il percorso il pubblico ha risposto in maniera addirittura superiore agli anni precedenti, gremendo i corsi ed i viali al passaggio della lunga fila dei maratoneti.
Tutto bene anche nella zona dell’arrivo, in cui è stata riservato un apposito settore (piazzetta Reale) ai maratoneti e ai servizi a loro necessari: docce, massaggi, spogliatoi, mensa. Quest’ultima è stata impeccabilmente allestita dai Vigili del Fuoco, cha nella maratona avevano il loro primo campionato italiano.
Tutto positivo, dunque, a parte un leggero nervosismo dietro le quinte: vista la crescita che sta compiendo la Turin Marathon e vista la collocazione che ha ormai raggiunto a livello internazionale, sarebbe auspicabile un’adeguata crescita sul piano delle relazioni esterne (soprattutto nei riguardi dei vari operatori del settore, che – piaccia o no – sono un’indispensabile linfa per una continua crescita) e soprattutto non si possono ammettere crisi di nervi da parte dei “vertici”. Donato D’Auria