Torino – Una cronometro brevissima, di appena nove chilometri, ha dato il via all’edizione numero 104 del Giro d’Italia. Dopo un’edizione 2020 infausta sotto ogni punto di vista (ciclisti fermati dal Covid, pubblico tenuto lontano per ovvie ragioni di sicurezza e livello tecnico non eccelso), la Corsa Rosa si é ripresa i suoi spazi nel calendario ciclistico internazionale e nel cuore del pubblico, che proprio a Torino si è riversato a bordo strada per applaudire il passaggio dei corridori, complice anche un percorso che si snodava nel centro storico e lungo il Po, da Piazza Castello alla Gran Madre.
Nella prima tappa, dalla “bolla” in cui si trovano i corridori è emerso il grande favorito per la prima maglia rosa, Filippo Ganna. Il cronoman piemontese ha centellinato gli sforzi per raggiungere gli obiettivi personali e di squadra del 2021: vincere di nuovo la cronometro d’apertura del Giro, aiutare Bernal come gregario di lusso in pianura e vincere una medaglia alle Olimpiadi. I primi due sono stati centrati e questa è una grande notizia per il movimento azzurro.
In una corsa enigmatica, con poche grandi salite ma tante “trappole” e poca vera pianura, faceva eccezione la seconda tappa, da Stupinigi a Novara. Se i favori del pronostico erano tutti per Elia Viviani o Peter Sagan, il belga Tim Merlier si é divertito a smentire gli “esperti” e a regalarsi la vittoria più importante della sua carriera. A completare un inizio di Giro tutto piemontese, un’altra grande sorpresa nella Biella-Canale, con finale sulle splendide colline del Roero. Qualcuno si aspettava una volata ristretta, qualcuno le prime schermaglie tra i favoriti per la generale, ma alla fine il vincitore é stato l’unico superstite della fuga di giornata, il coraggioso olandese Taco Van der Hoorn, che ha beffato Cimolai e Sagan (che dopo tanti piazzamenti ha ottenuto un successo solo con una volata imperiale a Foligno, in chiusura di prima settimana).
Per la classifica generale, sugli Appennini i duelli non sono mancati, ma di certo lo spettacolo sportivo non è mancato. Lo scatto di Campo Felice (arrivo splendido in sterrato) e lo sfortunato ritiro di Mikel Landa per una caduta rendono il colombiano Bernal il grande favorito. Ottime le sensazioni riguardo il giovanissimo belga Evenepoel (solo ventuno anni) e il nostro Giulio Ciccone, che si é finalmente ricavato una dimensione da uomo da corse a tappe. Più in difficoltà é parso Simon Yates, mentre Bardet e Nibali, pur senza crollare, avranno bisogno di attacchi a sorpresa per giocarsi le prossime tappe, e non é escluso che il siciliano possa aiutare Ciccone a centrare il podio. Le difficoltà di qui alla fine sono tantissime, soprattutto nella seconda settimana (tappa con le strade bianche a Montalcino, arrivi sullo Zoncolan e a Cortina d’Ampezzo), ma spetterà alla terza settimana emettere gli ultimi verdetti di un Giro che si preannuncia incerto fino all’ultimo. Luigi M. D’Auria