Ciclismo
Un super Fabio Aru doma le salite pirenaiche di Andorra
02 settembre 2015
Un super Fabio Aru doma le salite pirenaiche di Andorra
Encamp (Andorra) – Strano popolo, gli andorrani. Per restare indipendenti si sono “venduti” nel passato, assegnando la co-reggenza del loro Principato a Spagna e Francia che reclamavano queste terre. Eppure sono molto nazionalisti. Parlano catalano, ma non si sentono catalani, perché dicono che loro la loro indipendenza l’hanno sempre conservata. In questa terra strana, bella e aspra, é accaduta oggi una cosa altrettanto strana, bella, ma dura da raccontare. L’Astana, squadra che fino all’altro ieri era riuscita a lasciare a piedi Nibali sia al Tour che, soprattutto, qui in Spagna, ha preso in mano la corsa, vincendo la tappa con un risorto Mikel Landa, dopo il Giro d’Italia era sparito, e prendendo la maglia roja con un monumentale Fabio Aru. Ma procediamo con ordine, così come bisogna mangiare con calma il monumentale tagliere che stiamo mangiando io, Manolo e Gigione Magnani, e torniamo con la mente al chilometro 2, dove Chris Froome, sbaglia una traiettoria e finisce contro un guard rail di legno, mentre si forma una corposa fuga da diciannove corridori con Landa dentro. Il vincitore del Tour sembra tramortito. Rientra con calma eccessiva ma non é lui. Sembra spento e conferma quet’i pressione quando si stacca sulla penultima salita, quella della Collada della Gallina. All’imbocco della salita finale Landa s’invola per la vittoria di tappa, mentre Fabio “Cavaliere dei quattro Mori” (come lo chiamano i tifosi sardi) scatta e lascia dietro tutti i migliori. Rodriguez, assistito dal compagno di stanza e di fatiche Daniel Moreno, prova ad inseguire, ma finirà comunque staccato di una quarantina di secondi. Dietro di loro arriva l’ormai ex leader della generale Tom Dumoulin (sorpresa rivelatosi con una regolarità pazzesca nei primi dieci giorni) insieme ad un Rafal Majka finalmente libero di fare dietro la sua corsa e all’altra sorpresa di questa Vuelta, quell’Esteban Chaves finalmente sbocciato ad alti livelli. Ancora dietro i comprimari di lusso di questa Vuelta Mikel Nieve, Luis Meitjes, Domenico Pozzovivo, che si tirano dietro i veri sconfitti di questa giornata, Alejandro Valverde e Nairo Quintana. Stanchi dal Tour de France (come un Froome naufragato a 7 minuti da Aru e forse prossimo al ritiro) non sono evidentemente in condizione, ed é difficile che riescano a fare qualcosa sulle salite asturiane e cantabriche, che arriveranno dalla quattordicesima alla sedicesima tappa. Ora la Vuelta se la giocano Aru, Rodriguez e Dumoulin, che punterà a tenere sulle già citate salite per poi sfruttare al meglio la crono di Burgos, dove potrebbe dare due minuti agli uomini di classifica, per poi tenere ancora sulle brevi ma secche salite della Mancha e della Castilla. Tuttavia, gli altri due non vogliono mollare. Aru é in forma strepitosa, mentre Rodriguez, a trentacinque anni, ha l’ultima chance di vincere un grande Giro dopo tanti piazzamenti. Nel frattempo, però, occhio alle sorprese, visto che in questa Vuelta sono già state tantissime. Luigi M. D’Auria