Le qualificazioni, che vedevano in gara soltanto sedici tennisti, non hanno riservato particolari sorprese. Tre delle quattro principali teste di serie hanno, infatti, superato lo scoglio delle qualificazioni. Unica sorpresa, tra l’altro molto lieta, è stata la qualificazione del giovane torinese Lorenzo Sonego, che prosegue nel suo grande momento di forma, essendo reduce dalla semifinale nel Future F30 di Trieste. Il tennista del circolo Stampa Sporting ha battuto al primo turno lo showman Adelchi Virgili che, dopo un primo set letteralmente da applausi, ha dovuto rallentare a causa di un oscuro malessere che lo ha fortemente debilitato. Al secondo turno Sonego ha concesso il bis, sconfiggendo inaspettatamente il monegasco Benjamin Balleret, testa di serie numero uno. Sonego ha giocato un tennis solido, con qualche ottimo guizzo, soprattutto con il dritto, sicuramente il suo colpo migliore. Come già accennato, le sorprese, in queste qualificazioni sono state poche. Così, mentre assisto ad un match su uno dei campi laterali, inizio a chiacchierare con un amico tennista che non incontravo da un anno, che mi chiede chi sono i principali favoriti di questo primo memorial Luca Rosazza. Io gli rispondo che, se guardassimo solo la classifica, il favorito d’obbligo sarebbe il francese Benoit Paire, che sta però passando un anno molto negativo dal punto di vista dei risultati, così come il numero 2 del seeding, Filippo Volandri. Mi sembra, quindi, doveroso guardare un po’ più indietro nel seeding per scovare possibili favoriti. Uno su tutti, il siciliano Marco Cecchinato, numero 160 del mondo. Altre possibili sorprese potrebbero arrivare dai nostri Arnaboldi e Viola, mentre tra gli stranieri potrebbero ben figurare lo svizzero Henri Laaksonen o l’australiano Jason Kubler, in ottima forma. Mi sembra doveroso ricordare come le nascite dei Challenger di Biella e Vercelli, favorite dall’intento della FIT di concentrare in Futures a Santa Margherita, abbiano risvegliato il grande tennis maschile in Piemonte, Regione che non poteva contare più sulla presenza di un torneo di questo livello dalla “morte” del Challenger di Torino. Di sicuro, per gli organizzatori non è stato facile, ma per tutti i tennisti del Piemonte, un evento come questo è linfa vitale. Luigi M. D’Auria