Milano – Si annuncia massacrante e spettacolare il Giro d’Italia 2018. La Corsa Rosa, presentata a Milano il 29 novembre, partirà per la prima volta fuori dall’Europa (le prime tre tappe saranno in Israele), attraverserà l’Italia da sud a nord e si concluderà a Roma, dove il Giro non tornava dal 2009, quando Denis Menchov vinse il suo primo Grande Giro, precedendo di pochi secondi Danilo Di Luca.
La prima tappa, che si svolgerà il 4 maggio 2018, sarà preceduta da un omaggio a Gino Bartali, ricordato nel “Giardino dei Giusti a Gerusalemme”. Si tratta di una cronometro di circa dieci chilometri, caratterizzata da un percorso tortuoso e ricco di curve, che favorirà i corridori abili a condurre la bici in ogni condizione. La seconda tappa, adatta ai velocisti, arriverà a Tel Aviv, mentre la terza, la Beher Sheva-Eilat, sempre dedicata alle ruote veloci, sarà resa durissima dai molti chilometri (quasi cento) che i corridori dovranno percorrere nel deserto del Neghev.
Dopo un giorno di riposo, la Carovana Rosa ripartirà dalla Sicilia con la Catania-Caltagirone, caratterizzata da un finale tortuoso e adatto agli scattisti e alle fughe. Seguirà, poi, la prima tappa con altimetria significativa: la Agrigento-Santa Ninfa (dedicata al ricordo dello scrittore Luigi Pirandello e del devastante terremoto che sconvolse la Valle del Belice nel 1968), con tre gran premi della montagna negli ultimi trenta chilometri. La tre giorni siciliana del Giro si chiuderà con il primo vero arrivo in salita. La frazione Caltanissetta-Etna prevede la scalata del vulcano da un versante inedito, che porterà i corridori fino ai 1700 metri dell’Osservatorio al termine di una salita lunga e arcigna, con punte del 18%.
Senza giorno di riposo si passerà in Calabria, dove torneranno protagonisti i velocisti con la tappa Pizzo Calabro-Praia a Mare. Proprio da Praia a Mare partirà l’ottava tappa, quella del secondo arrivo in salita: si arriva a Montevergine di Mercogliano (vicino Avellino), salita di 16 chilometri con pendenze dolci, sempre intorno al 5%. Il giorno seguente altra giornata difficile. Il gruppo partirà da Pescosannita e giungerà a Campo Imperatore, salita irregolare ma lunga ben 33 chilometri.
Dopo il secondo giorno di riposo, inizerà la seconda settimana di corsa, aperta dalla tappa più lunga del Giro, che porterà i corridori da Penne a Gualdo Tadino al termine di 239 chilometri di corsa che toccheranno anche la località di Rigopiano. Seguiranno due tappe mosse: la Assisi-Osimo, che presenta una arrivo in cima ad uno strappo e la Osimo-Imola, con arrivo nell’autodromo e la salita dei Tre Monti nel finale. La Ferrara-Nervesa della Battaglia (dedicata ai velocisti) funge da antipasto ad una due giorni da paura, che inizierà con la tappa San Vito al Tagliamento-Monte Zoncolan (il “mostro” ritorna dopo quattro anni) e la Tolmezzo-Sappada, che presenta ben tre salute dolomitiche.
Ultima settimana imperdibile per gli appassionati, ma massacrante per i corridori, chiamati a svolgere una cronometro subito dopo il giorno di riposo (Trento-Rovereto, 34 dedicati agli specialisti puri). Dopo una tappa dedicata ai pochi velocisti rimasti in corsa (Riva del Garda-Iseo), inizerà una tre giorni massacrante. Prima un arrivo di tappa a Prato Nevoso (partenza da Abbiategrasso), poi una tappa (la diciannovesima) che potrebbe entrare nella storia del ciclismo: 181 chilometri, da Venaria Reale a Bardonecchia, con la scalata del Colle del Lys, del Colle delle Finestre (Cima Coppi), del Sestriere e dello Jafferau. Ci sarà ancora spazio per le montagne con la ventesima tappa (la Susa-Cervinia), che prevede due Gran Premi della Montagna di prima categoria negli ultimi trenta chilometri.
Difficile prevedere quanti corridori di primo piano saranno presenti alla partenza, anche se Fabio Aru e il campione in carica Tom Dumoulin hanno annunciato la loro presenza. Il sardo potrebbe fare benissimo sulle Alpi, mentre l’olandese punta a fare il vuoto nelle frazioni a cronometro. La presenza di Chris Froome, invece, é stata messa in dubbio dall positività del britannico al salbutamolo alla scorsa Vuelta. Cia auguriamo che l’intera vicenda possa risolversi al più presto. Il ciclismo non ha bisogno di altri scandali doping, ma di grandi corse con molti campioni al via. Luigi M. D’Auria