Presentazione del libro “Ti allenerai mica anche oggi” di Giorgio Mortara
Torino – Giovedì 21 giugno 2012 alle ore 19.00, presso il circolo sportivo Ronchiverdi, Giorgio Mortara ha presentato il suo secondo libro ‘Ti allenerai mica anche oggi ‘ edito da Politeia Edizione: come sopportare/supportare in casa uno sportivo malato, una sorta di manuale per le mogli, figli ed amici che hanno vicino un irriducibile sfegatato maniaco di sport, ma anche per tutti i praticanti un’attività sportiva che vogliono alimentare il proprio entusiasmo. In questo secondo libro, Giorgio spiega come in un anno organizza, vive, sviluppa e gioca a fare il podista, il maratoneta ed il triatleta, senza mai fermarsi, come un benemerito signor “nessuno” può nutrire con la passione, la propria malattia, rivolgendosi ad atleti veri, a cui dispensa informazioni tecniche e dritte sull’alimentazione più personali che costruttive, ma sicuramente risulta più incisivo l’intento di suscitare interesse per lo sport nella gente comune, a prescindere dai risultati, per il puro intrinseco piacere fisico.
Una svolta nella vita di Giorgio: il riavvicinamento della figlia Giorgia, coinvolta/travolta mal volentieri da bambina dall’agonismo paterno, tanto da rifiutare, come stile di vita, l’approccio allo sport (dello svago notturno ne ha fatto il suo lavoro); adesso, a 29 anni d’età, aiutando il papi a scrivere, sta iniziando ad apprezzare i benefici della corsa, sia pure come mero divertimento: papi saprà capire e non farsi sfumare questa seconda occasione? Con un occhio in più all’ortografia, magari!
Il messaggio è tutto divertimento ed eccitazione: l’iscrizione alle gare, i preparativi, le trasferte, la preparazione da trent’anni con lo stesso infantile entusiasmo, la collezione delle immancabili magliette commemorative da sfoggiare o semplicemente indossare in casa nel ricordo di quelle tante sensazioni positive.
Ritornano ossessivamente, come d’altronde è l’autore “ossessionato” dalla pratica sportiva, alcune parole/concetti chiave: pettorale, allenamento necessariamente intenso e faticoso (seno, dove pensi di arrivare!), pure piacere fisico, ma anche tanta adrenalina! Conosco Giorgio da una vita ed in lui percepisco uno squilibrio tra forza fisica/mentale ed emozioni; le sue tabelle paranoiche ed il suo bisogno di stereotipare i “tipi atletici” mi inducono la domanda di quanto stia davvero facendo per sè e se il suo Io non lo stia ossessivamente fagocitando. E dov’è il rispetto per l’individualità dell'”ultimo lentissimo atleta” sicuramente madido di sudore quanto lui, ma meno tecnicamente ed economicamente supportato?
Non manca, comunque, il messaggio positivo, adatto alla gente comune: la voglia di star bene, ovvero il raggiungimento di quel benessere psicofisico che certo lo SPORT, a qualunque livello, sa dare!
Vi invito con piacere a leggere i libri di Giorgio e gli faccio il sincero augurio di un felice intenso prosieguo, possibilmente fino a novantaquattro anni, della sua prigionia, ma non senza uno spruzzo di acqua calda: a sessant’anni è meglio prolungare i recuperi e le fasi di riposo, componenti imprescindibili, anche se difficili da accettare, diminuire i carichi, selezionare una ventina di gare a cui partecipare nell’anno, 5 per ogni sport, comprese le classiche, che lo emozionano ancora. E’ il messaggio di un atleta che, dopo 35 anni di podismo di livello, oggi, a 50 anni compiuti si rifiuta di correre un metro per non riacuire i cento e più mali già sopportati stoicamente e che, senza sospesi nè rimorsi, ha scelto di allenare, fare il dirigente sportivo e….. scrivere per divertimento e per passione.
Donato D’Auria
Giorgio e Giorgia Mortara