La medicina dello sport in soccorso dell’automobilista.
Più di un anno è trascorso da quando nel marzo 2012 veniva varato il decreto liberalizzazioni dal governo Monti. All’interno di questo decreto si annidava un emendamento ad un articolo del codice delle assicurazioni che negli ultimi mesi ha prodotto polemiche, controversie e discussioni in vari ambiti, giuridici, scientifici, medicolegali, che in buona sostanza aveva ed ha tuttora l’obiettivo di ridurre il numero e l’entità dei risarcimenti per danni da microlesioni cioè dal famigerato “colpo di frusta”. La nuova norma prevede, infatti, che il danno, per essere risarcito debba essere strumentalmente accertato proprio dove quel tipo di lesione non può esserlo a meno di pratiche diagnostiche invasive e cruente forse più pericolose e dannose della lesione stessa. Da alcuni mesi a Torino, alcuni medici legali, con l’ausilio di strumenti per l’analisi del movimento, tipicamente utilizzati nella medicina dello sport hanno probabilmente trovato una via: il modo di dimostrare strumentalmente il danno da “colpo di frusta”. Il sistema di analisi del movimento computerizzato è impiegato in medicina sportiva con l’obiettivo di massimizzare le prestazioni degli atleti, prevenire infortuni e migliorare l’efficacia della riabilitazione post-traumatica. La strumentazione per eseguire l’esame consiste in un sistema optoelettronico di 8 telecamere ad emissione di luce infrarossa che acquisiscono la posizione nello spazio di marker, ricoperti da materiale catarifrangente, posizionati sul corpo del paziente. Lo strumento consente di rilevare le disfunzionalità nei movimenti, in questo caso del collo e di dimostrare, quindi, strumentalmente, la distorsione del rachide cervicale o colpo di frusta. Quello che più conta è che il sistema, altamente sofisticato, è assolutamente non invasivo quindi innocuo per il paziente. Non abbiamo ancora dati certi sul numero di casi e sulle percentuali di successo. Il risultato diagnostico è per il momento alla mercè del giudizio del medico legale di controparte che, a seconda della propria formazione professionale, esperienza clinica, buona fede, può valutarlo valido o meno. Sembra, però, che nella maggior parte dei casi, il paziente che si presenti con un esito diagnostico di questo tipo, anche se il medico legale di controparte tende a non citare o a minimizzare la validità dell’accertamento strumentale sulla propria relazione, accolga il risultato concedendo il punto, punto e mezzo o due punti di microinvalidità, cosa che negli ultimi mesi accadeva sempre più di rado e l’invalidità venga, quindi, di nuovo riconosciuta. Non esiste ancora casistica in ambito risarcimenti, nè giurisprudenza, quindi, osserviamo, con ottimismo cauto, l’evoluzione dei fatti con una certezza: nel caso il sistema dovesse rivelarsi efficace a dimostrare strumentalmente la lesione e quindi il danno e la situazione risarcitoria dovesse ripristinarsi ai livelli ante decreto, le compagnie difficilmente resteranno a guardare e accetteranno supinamente. Aspettiamoci, quindi, nell’arco di un tempo definito una contromossa e l’emanazione da parte del governo di turno di qualche nuovo decreto dal nome astruso che conterrà, seminascosta, una nuova norma atta a ripristinare la situazione post decreto alla quale la medicina o la giurisprudenza dovrà dare nuove risposte, come in una lunghissima partita di scacchi. Staremo a vedere. Giovanni Senatore