Tennis
Internazionali d'Italia: il bilancio degli italiani
16 maggio 2015
Internazionali d’Italia: il bilancio degli Italiani
Roma – Mentre il sole tramonta lentamente dietro Monte Mario, un taxi mi porta verso il Teatro di Marcello (vicinissimo al mio ristorante di fiducia a Roma), dove consumerò una cena veloce prima di tornare al Foro Italico per il programma serale, che questa sera propone un interessantissimo Federer Wawrinka, oltre che un buon doppio con osservato speciale il giovane e rampante australiano Nick Kyrgios, da molti indicato come futuro numero uno del mondo.
Nel frattempo, devo anche preparare un articolo sui risultati degli Italiani in questa edizione degli Internazionali, che non sono stati certamente avari di soddisfazioni per i nostri colori ma, soprattutto in campo femminile, era lecito aspettarsi qualcosa di più da tutte le nostre ragazze, in particolare da quel gruppo storico che ha conquistato quattro Fed Cup in otto anni. Mi sembra più che logico cominciare l’articolo parlando dei giovani che, grazie alle pre qualificazioni, sono arrivati in massa al Foro. Il più atteso dal pubblico, Gianluigi Quinzi, è stata sicuramente l’unica vera delusione. È vero che il marchigiano era opposto ad un giocatore talentuoso e quotato come Benoit Paire, ma è altrettanto vero che il Paire visto quest’anno al Foro era solo un lontano parente di quelle che giunse in semifinale nel 2013: più interessato al cibo che ai suoi match, Paire ha accettato di buon grado i 16 punti ATP che un Quinzi poco lucido nei momenti decisivi gli ha offerto su un piatto d’argento. Le buone sorprese sono tuttavia arrivate da un inatteso poker d’assi: Arnaboldi, Fabbiano, Napolitano e Donati. I primi due si sono infatti qualificati e hanno ben figurato nel tabellone principale, perdendo rispettivamente da due top 30 del mondo quali Goffin e Gasquet. Gli altri due, oltre a giocar bene, sono anche diventati beniamini del Foro. Napolitano ha infiammato il ground battendo nel primo turno di quali un ex top 10 come Jurgen Melzer, mentre l’alessandrino Donati si è addirittura concesso il lusso di battere sul centrale il top 50 Santiago Giraldo, vincendo il suo primo match a livello ATP e avvicinandosi al top 200 mondiale. In doppio, poi, i due piemontesi hanno regalato spettacolo eliminando al termine di un match spettacolare i due bombardieri americani Isner e Querrey e cedendo solo 6-3 6-4 dalla coppia numero 2 del mondo Dodig-Melo. Tra i tennisti più navigat, l’unico in grado di superare un turno è stato un ottimo Fabio Fognini, che battendo Dimitrov e mettendo alle corde il futuro numero 4 del mondo Berdych è finalmente diventato un idolo per il pubblico di Roma, che non lo aveva mai amato. Malissimo, invece, le donne. Senza un ricambio generazionale adeguato (tra le giovani solo la Giorgi e, forse, la Matteucci in doppio valgono le posizioni che contano nel ranking WTA) è stato impossibile sopperire al brutto torneo delle nostre protagoniste (Schiavone, Vinci e Pennetta in particolare) che, forse, si stanno avviando verso un lento declino. Luigi M. D’Auria