La mia esperienza culinaria nel Lazio
Rieti – Ho avuto la fortuna di completare le mie splendide vacanze nel Centro- Sud del nostro splendido Paese con una settimana nel Lazio, in particolare nella Tuscia e nella Sabina. Queste due zone non sono interessate da un turismo di massa, ma non per questo non sono ricche di storia e splendide da scoprire e da visitare.
Dopo il periodo di vacanze passato ad Ascoli Satriano e la breve quanto importante sosta nella cittadina molisana di Bojano, per salutare la famiglia Spina, ho percorso tutta la statale 17 (che partendo da Foggia attraversa Campobasso, Isernia, Roccaraso, Sulmona e L’Aquila per poi congiungersi con la Salaria venti chilometri dopo ad Antrodoco) dell’Appennino Abruzzese. Il viaggio è poi proseguito passando vicino a Rieti, Terni, Orte, Montefiascone per poi giungere a Viterbo e raggiungere la magnifica oasi della Palanzana, luogo splendido per la sua natura incontaminata e per la sua tranquillità a dir poco invidiabile da quasi tutti, tranne da chi vive su un’isola deserta. Infatti, la Palanzana è uno dei pochi luoghi di Viterbo dove è possibile vivere lontani dal traffico trascorrendo un periodo di vacanza rilassante. Arrivato alla Palanzana ho immediatamente potuto godere degli splendidi cannelloni che la zia Renata ha preparato in modo sublime. Colgo, inoltre, l’occasione per segnalare ai miei dieci lettori una notizia letta sulla Gazzetta dello Sport tra un aneddoto e l’altro raccontato dallo zio Tonino e una lettura di un mio articolo: il Chieri Torino Volley Club rischia di scomparire. Colgo, quindi, l’occasione per incoraggiare la società a fare di tutto per iscrivere il Chieri Torino alla prossima stagione agonistica, visto che tutta la città di Torino perderebbe un grande patrimonio sportivo, poiché così il grande volley scomparirebbe da sotto la Mole.
L’ultimo pasto consumato durante la mia esperienza viterbese è stata la splendida cena offerta da zia Graziella che ha realizzato uno splendido risotto con pollo di cui Benedetta Parodi non saprebbe neanche trovare gli ingredienti, visto che lei i cibi che cucina in televisione se li fa comprare dai suoi centomila aiutanti e cameraman.
Dopo l’esperienza nella città dei Papi e del primo conclave come lo conosciamo noi oggi, ho raggiunto Rieti per seguire i campionati europei di atletica juniores. Da subito la nostra redazione ha preso una decisione che si è rivelata oltremodo azzeccata: non limitarsi a mangiare dal paninaro dei campionati, ma cercare un ristorante con cucina tipica, possibilmente casereccia, nel centro di Rieti. Per puro caso la nostra redazione si è trovata nel ristorante L’OSTERIA, sito appena dentro le mura di Rieti e in posizione strategica vicino allo stadio Raul Guidobaldi. Il ristorante, che fu aperto vent’anni fa da Sergio Mancini, è ora gestito da figlie e nipoti con Cristina e Giulia in sala e Sara, Sole e Francesca che si alternano in cucina preparando piatti tradizionali romani in modo sapiente e a dir poco eccellente, sempre rispettando la tradizione.
Il menù che propone la nostra redazione è quello che L’OSTERIA ha proposto per i campionati europei juniores. Per iniziare, la spettacolare Amatriciana preparata secondo le regole della tradizione, in modo speciale, in alternativa spaghetti cacio e pepe. Per secondo mi sento di proporre lo splendido Galletto alla Romana oppure un’ottima tagliata di manzo. Per contorno, sono da provare le patate alla romana, mentre, per gli erbivori, le erbette dell’OSTERIA sono una delizia. Come dolce merita un cenno particolare il fantastico tiramisù della casa.
Mi sembra giusto ricordare il B&B Il Monticchiolo di Contigliano, splendidamente condotto dalla tuttofare Michela, consigliato alla nostra redazione dall’amico e collega di mio padre Antonio Mosconi. Luigi Maria D’Auria