Torino – A tre anni esatti dalle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, un’opportunità incredibile per la cultura sportiva del nostro Paese, il tema della sostenibilità ambientale e sociale dei “grandi eventi” é più attuale che mai. Il caso delle Olimpiadi di Torino 2006 é diventato un punto di riferimento in materia, con i suoi casi di gestione virtuosi e poco virtuosi. Tra i primi scritti in materia, la tesi di laurea magistrale del nostro Direttore, Donato D’Auria, intitolata “Olimpiadi Torino 2006 e Sostenibilità Ambientale. Casi studio: 3 opere olimpiche problematiche”, relatore il prof. Egidio Dansero.
L’analisi dell’impatto ambientale di 3 impianti dei Giochi di Torino (il trampolino del salto con gli Sci di Pragelato, l’half pipe di snowboard di Bardonecchia-Melezet e la pista di Bob e slittino di Cesena-Pariol) é solo uno dei temi portanti della tesi, che si apre con una introduzione storica sui giochi olimpici invernali e che contiene anche riflessioni sugli errori della gestione del post-olimpiadi: 2 dei 3 impianti considerati sono praticamente inutilizzati da anni, i progetti di recupero sono stati spesso segnati dall’improvvisazione. Nel caso della pista di bob, il caso più clamoroso dei 3, si sono inseguiti voci relative alla costruzione di piste da sci al coperto o di ipotetici resort mentre non si é fatto nulla per rendere Pariol un centro tecnico federale, facendolo entrare nel circuito delle coppe del mondo delle rispettive discipline.
Torino, inoltre, sembrava aver perso il treno delle Olimpiadi del 2026, ritirandosi dalla candidatura con Milano e Cortina. La volontà, anche politica, di non ripetere gli errori di Torino (oltre alla carenza importante di fondi e di alternative reali) sta portando il comitato organizzatore a considerare la possibilità di svolgere alcune gare a Torino: si parla, in particolare, del pattinaggio di velocità (che si svolgerebbe all’Oval Lingotto) e del bob, con il costoso recupero (si parla di 10 milioni di euro netti) della pista di Cesena, che costerebbe comunque 1/7 della realizzazione di una pista ex novo a Cortina.
Torino e le sue vallate Olimpiche, inoltre, ospiteranno le Universiadi Invernali del 2025. Un’opportunità importante, che deve essere sfruttata al meglio anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale: un termine spesso abusato ma che nel caso dei grandi impianti sportivi é particolarmente calzante. Solo con un’utilizzo attento delle risorse organizzative ed economiche necessarie alla realizzazione del grande evento permette di ammortizzare gli inevitabili costi ambientali degli impianti.
In attesa di conoscere gli sviluppi organizzativi di Milano Cortina 2026 e delle Universiadi di Torino 2025, la lettura della tesi di laurea del nostro direttore resta interessante per avere uno sguardo aperto sul mondo del management sportivo e della sostenibilità ambientale. Luigi M. D’Auria