Vinovo Commemora e festeggia i 100 anni la nascita del suo Campione Giovanni Valetti
Vinovo (Torino) – Giovedì 19 settembre 2013 alla presenza dei figli Onorina e Mario Valetti, al Castello delle Rovere, si è svolta la conferenza stampa di presentazione del week-end nel centenario della nascita di Giovanni Valetti, due volte vincitore del Giro d’Italia nel 1938 e 1939 che seppe battere Gino Bartali, cittadino vinovese onorario, ingiustamente dimenticato, a cui solo la Seconda Guerra Mondiale potè interrompere la carriera.
Nel 1931 Giovanni Valetti inizia a correre come dilettante nella torinese “GS Vigor”. Nei due anni successivi, vince diverse coppe minori al Campionato Piemontese Allievi, Juniores e la Coppa S. Ambrogio. Queste belle prestazioni gli valgono la fiducia della GS Vigor che, nel 1933, decide di inviarlo a Roma alla partenza del primo Giro del Lazio, in sostituzione di un giovane compagno di squadra ammalato. Giovanni vince una tappa e conquista la classifica finale. Nel 1936 viene ingaggiato dalla squadra torinese professionista “FreJus” dei fratelli Guelfi, dove fa l’esordio al Giro di Lombardia e corre il suo primo Giro d’Italia come gregario di Olimpo Bizzi, ma ben presto assume il ruolo di capitano della squadra e finisce quinto. Nel 1937 Valetti arriva secondo al Giro d’Italia, dietro Bartali. Le sue qualità di ciclista, possente in pianura resistente in salita, veloce in discesa, con un ottimo recupero, lo rendono adatto alle corse a tappe ed il suo biennio 38-39 straordinario nel vincere due giri consecutivi, nel 1938, senza Bartali, obbligato dal Regime a rinunciarvi, per vincere il Tour de France, dando 10 minuti al secondo tiene tanto la maglia rosa ed i commentatori ritengono, quella di Valetti, una vittoria senza l’oste. Valetti qualche mese dopo si conferma, vincendo il Tour de Suisse: una gara durissima e ottiene un primato che nessuno aveva fino ad allora colto, vincere due importanti giri ciclistici nazionali nella stessa stagione. Dopo di lui sarà Fausto Coppi a riuscire nell’impresa.
Nel 1939, si rese protagonista di una delle imprese più leggendarie del ciclismo, rovesciando la classifica a due tappe dal termine della corsa, lasciando un imbattuto Bartali sul secondo gradino del podio, con una cavalcata vittoriosa sotto la neve del passo del Tonale e l’arrivo a Sondrio con quasi sette minuti su Gino. Con questa cerimonia si vorrebbe recuperare la memoria storica di un personaggio che fu per alcuni anni protagonista delle cronache sportive internazionali. Nonostante queste imprese, finita la guerra, Valetti non riprese l’attività agonista, si eclissò in provincia, nel piccolo esercizio commerciale, ingrasso più del dovuto, fece per quindici anni l’autista alla Fiat, smise di correre, scomparendo dalle scene ciclistiche. Il Comune, colpevole della dimenticanza ha dato una targa commemorativa alla famiglia, gli ha intitolato la nuova circonvalazione del nuovo quartiere ed una mostra con tutti i cimeli del ciclismo. Muore il 28 maggio del 1998. L’anno successivo gli viene conferito il titolo postumo di Grande Ufficiale della Repubblica. Donato D’Auria