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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Tennis

Grigelis, da Brusaporto all’Asia, il Lituano in cerca di gloria fra Cina e Corea

18 maggio 2013

Grigelis, da Brusaporto all’Asia, il Lituano in cerca di gloria fra Cina e Corea

Brusaporto, 4 maggio – Uno degli aspetti più affascinanti della vita del tennista è quello di poter viaggiare ogni settimana, fino a esplorare gran parte del Pianeta. Lo sa bene Laurynas Grigelis, che negli ultimi anni è andato a caccia di punti in tutti e cinque i continenti, giocando in trenta Paesi diversi, e non ha alcun intenzione di fermarsi. Tanto che il lituano di Brusaporto è da poco volato da solo in Asia, per una trasferta di sei tornei. Il primo, un Challenger sulla terra battuta di An-Ning (polmone verde nella parte Sud della Cina), l’ha chiuso con una sconfitta negli ottavi di finale, mentre il secondo lo sta disputando in questi giorni sul cemento della vicina Kun-Ming (dove è in gara nelle qualificazioni). La prossima settimana, invece, ‘Grigio’ si sposterà nella parte meridionale della Corea del Sud, dove rimarrà per quattro tornei sul cemento all’aperto. Prima il 75 mila dollari di Busan, importantissimo porto commerciale sull’Oceano Pacifico, quindi tre tornei Futures da 15 mila dollari nelle località di Daegu, Changwon e Gyeongsan. Il tempo per dare un’occhiata in giro è poco, ma c’è comunque la possibilità di conoscere nuove culture e tradizioni, confrontarsi e quindi crescere. “Anche se c’è il problema della comunicazione – esordisce Grigelis – perché qui quasi nessuno parla inglese e si fa tanta fatica a capirsi, anche per cose semplici”.

“Per il resto, però, mi aspettavo condizioni più difficili. Non avevo un buon ricordo della trasferta asiatica del 2010, mentre in questo caso siamo sistemati e trattati perfettamente. Il cibo non è dei migliori ma ci si adatta, e comunque ci sono anche piatti adatti a noi giocatori, a base di carne o riso”. Ciò che ha colpito di più il bergamasco d’adozione, oltre alla guida spericolata dei cinesi (“In generale sono tutti ligi al dovere, mentre in auto vanno quasi senza regole”), è la povertà di alcune zone, contrapposta alla ricchezza di poche persone. “Il villaggio in cui si gioca il torneo è un gioiello, mentre appena fuori capita di vedere vie sporche, case che vanno a pezzi e gente che lava in strada i pochi panni che ha, mentre i benestanti passano con macchine di lusso. C’è un divario enorme, anche fra una via e la successiva: cose impensabili da noi”. Tornando al tennis, invece, Laurynas analizza la propria situazione. “Non sto giocando benissimo, forse anche a causa dell’altura (di quasi 2.000 metri, ndr), che rende diverse le condizioni di gioco. Comunque sono venuto qui con l’obiettivo di fare i punti necessari per raggiungere una classifica che mi permetta di entrare nelle qualificazioni di Wimbledon, e anche se non sarà facile voglio riuscirci. In ogni caso, questa rimarrà un’esperienza importante della mia carriera, spero che in futuro mi possa essere utile”

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