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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Allenamento

Lasse Viren 1971 – 1967 (Finlandia)

21 dicembre 2013

I più Grandi mezzofondisti degli ultimi cent’anni secondo RunningSportNews, nelle varie epoche

1) Hannes Kolehmainen 1912; 2) Paavo Nurmi 1920; 3) Gunder Hagg; 4) Emil Zatopek; 5) Sandor Iharos; 6) Vladimir Kuts; 7) Ron Clarke; 8) Lasse Viren; 9) Fernando Mamede; 10) Said Aouita; 11) Alberto Cova; 12) Halle Gebresellassie; 13) Paul Tergat; 14) Kenenisa Bekele; 15) Mohammed Farah.

8. Lasse Viren 1971 – 1967 (Finlandia)

La Finlandia, dopo Vaatainen degli Europei di Helsinki del 1971, dopo tante sagre con Kolehmainen, Nurmi, Ritola, Lehtinen, Hockert e Maki, trova un altro grande: Lasse Viren.

Pensiamo a Zatopek e Kuts, ma mai nessuno è riuscito a vincere due Olimpiadi di seguito (Monaco 1972 – Montreal 1976) e quattro medaglie olimpiche, con doppietta sia a 5.000 che nei 10.000 metri.

Come dopo ogni grande impresa sportiva, vengono alla ribalta le nuove tecniche di allenamento che le hanno determinate; anche in questo caso, parallelamente al contemporaneo successo del finnico Pekka Vasala sui 1.500  metri di Monaco 1972, si è posta in evidenza la cosiddetta “scuola finlandese”. Il metodo di allenamento seguito da questa scuola si basava essenzialmente sugli insegnamenti tratti dalla grande varietà di esperienze condotte nei paesi nordici dal neozelandese Arthur Lydiard. Egli univa, in linea di massima, i metodi inglesi e svedese (corsa in natura) con i sistemi australiani di allenamento (qualità + intensità). Proponeva, quindi, il seguente schema annuale: 1. Condizionamento (passo uniforme, terreno vario); 2. Marathon-training (allenamento con crescente impegno fisiologico); 3. Hill-training (allenamento duro in salita); 4. Allenamento in pista (prove ripetute, spillino-training).

Il problema più importante era quello di far coincidere la forma con gli appuntamenti più importanti. Tutto l’allenamento era impostato in vista di questi traguardi, come è emerso dai risultati, veramente notevoli conseguiti da Viren e Vasala. La preparazione annuale era suddivisa in 4 periodi: 1. Periodo di resistenza aerobica. 2. Periodo del potenziamento muscolare e del miglioramento delle qualità muscolari elastiche. 3. Periodo preagonistico. 4. Periodo agonistico.

Da notare che tale programmazione era improntata su un numero stabilito di settimane, tanto da avere la massima efficienza nell’ultimo periodo. Il primo periodo, che comprendeva metà dell’intero programma annuale, si prefiggeva di elevare il livello di steady-state (mantenimento del regime pulsatorio intorno alle 140/150 puls/min.). In base a ciò venivano distinti tre tipi di corsa: 1. corsa forte (C.F.); 2. corsa uniforme (C.U.); 3. corsa lenta (C.L.); la differenza tra quest’ultima e la prima era di circa 40”/50” Km. Questi tre tipi di corsa, che venivano alternati nei vari giorni della settimana, erano interrotti da un allenamento di fartlek. Nel secondo periodo si cercano il potenziamento e l’elasticità muscolare con lavori di allunghi e balzi in salita alternati ad allunghi sul piano a medie velocità. Viren eseguiva in questo periodo molto “skip” in salita, avanzando quindi molto di ginocchia.

Nel terzo periodo, e quindi in quello preagonistico, veniva rallentato il lavoro lungo aerobico a beneficio di quello anaerobico. Si eseguivano, quindi, prove con ritmo di resistenza alla velocità, con lo scopo della ricerca della forma. Il tutto sempre alternato da corsa leggera e uniforme e fartlek, anche con prove di allunghi in discesa. Infine, il quarto periodo era quello della messa a punto e del mantenimento della forma e, quindi, della competizioni. Si inserivano perciò corse di resistenza al ritmo di gara, intervallate da corsa lenta, fartlek e progressivi.

Un ruolo essenziale in questo periodo, in vista di una gara molto importante, era assunto da un allenamento speciale comprendente 30’  al massimo delle proprie possibilità; 30’ di recupero; 3x3’ al massimo recupero 3 minuti; 3×1 al massimo recupero un minuto. Tale lavoro, eseguito nella settimana precedente alla gara, si univa anche ad una particolare alimentazione.

La prima parte di questo allenamento 30’ al massimo, aveva come scopo di utilizzare il glicogeno muscolare; le altre, invece, di utilizzare il glicogeno depositato nel fegato e mobilitato per sopperire alla carenza della stessa sostanza nei muscoli, esaurendo in tal modo le scorte. Dal valore di 1,5 gr. Di glicogeno ogni 100 gr. Di muscolo si passa a 0,3/0,6 di glicogeno. Dal giorno seccessivo a questa prova (cioè giovedì, se la gara è domenica) si adotta una dieta “iperglicidica”, somministrando all’atleta 100/150 gr. di glicidi al giorno. Tale dieta, unita al lavoro, ha lo scopo di elevare, per il fenomeno della supercompensazione, il tasso normale di glicogeno (3,8/4,0 per 100 gr. Di muscolo). La dieta iperglicidica va però sospesa otto ore prima della gara, onde evitare che l’organismo compensi tale tasso in senso contrario, tanto da portare il glucosio nel sangue a valori molto bassi.

Viren era seguito personalmente dal suo allenatore, Rolf Haikkola; insieme decidevano e programmavano allenamenti e gare a lunga scadenza. Nel periodo invernale in Finlandia il clima è molto rigido e accompagnato da parecchia neve; per questo Viren si allenava in Brasile, California e Spagna. Dei suoi records e medaglie olimpiche, tutto frutto di una rigorosa programmazione, egli diceva: “un anno e mezzo fa, durante il dicembre del 1971, il mio allenatore Haikkola ed io, gettammo le basi per il programma ’72 e allora decidemmo di correre in allenamento per circa 7.500 chilometri. Sulla scia di questi risultati, quest’anno abbiamo deciso di aumentare la dose del 13% e di arrivare a correre fino a 8.500 km. Il programma di partenza, cioè quello di dicembre, comprendeva le seguenti quantità di lavoro: 70% dell’allenamento per aumentare la condizione atletica generale; 20% per aumentare il ritmo; 5% per aumentare la velocità. Le dosi sono state poi cambiate con il passare dei primi mesi dell’anno e con l’avvicinarsi delle gare, le quali erano rigorosamente programmate in precedenza, diminuendo via via la percentuale dell’allenamento di condizione, a favore della velocità, della potenza e del ritmo. Devo, tuttavia, ammetterre che finora ho potuto seguire tanto fedelmente l’allenamento prefissato, anche perché ho avuto fortuna e non mi sono mai infortunato; penso che questo lo debba in primo luogo al fatto che, al contrario di molti altri famosi mezzofondisti, per primo il mio amico Vasala, io non ho mai seguito l’intervall-training, tanto caro agli ungheresi, ma non alla scuola di Lydiard, che nell’intervall-training non credeva.

Haikkola aggiunge: “nel 1072, Lasse corse in media 200 chilometri alla settimana. Tanto, si potrà dire; ma non si tratta di barriere: penso che si arriverà a correre fino a 400-500 km., in futuro. Chi correrà sotto i 13’ e i 27’ dovrà per forza condurre un allenamento del genere. Di fenomeni, su queste distanze, non ne possono nascere: lo si diventa, e ciò è dimostrato scientificamente dai maggiori fisiologi e praticamente da tutti i grandi fondisti attuali. L’allenamento per aumentare la condizione atletica consiste in 30 km giornalieri, corsi sul passo di 4’30” al chilometro per il ritmo si basa su 15-20 km sui 3’30” al chilometro. L’allenamento per aumentare la potenza lo svolgiamo su percorsi in salita e la velocità la curiamo con corse brevi, sempre al massimo e mai in pista. Questo allenamento è stato seguito da Viren fin dall’età di 17 anni, naturalmente in quantità minore, allora, ma il metodo è lo stesso; abbiamo via via aumentato la quantità di chilometri, anno per anno, per portarla, come abbiamo detto, agli attuali 8.500 chilometri annuale.

Risultato di tale rigida programmazione furono i tre records mondiali delle due miglia, 5.000 e 10.000 metri, stabiliti nel 1972, uniti ai successi di Monaco 1972 e Montreal 1976. Da notare che, essendo le gare programmate da lungo tempo, secondo quanto affermava lo stesso Viren, fu in occasione delle gare post-olimpiche del 14 settembre 1972, che il finnico battè il primato mondiale dei 5.000 metri portandolo a 13’16”4. Record durato però solo pochi giorni, poiché il 20 settembre il belga Emil Puttemans lo migliorò con 13’13”. Donato D’Auria

I primati personali di Lasse Viren: 5.000 13’16”4;  10.000  metri 27’38”4.

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