Torino – La quarantacinquesima edizione dei Mondiali di Sci Alpino non sarà certamente ricordata come una delle più felici dal punto di vista organizzativo. Freddo pungente (fino a -23 gradi) e manto nevoso difficile hanno obbligato gli organizzatori a fare gli straordinari per far disputare le gare veloci, andate in scena in un formato ridotto che le ha rese sicuramente meno spettacolari. Poco numeroso anche il pubblico sugli spalti della pista Olympia di Are, con numeri lontani dai dati delle “classiche” di Coppa del Mondo come Bormio o Wengen. Una serie di sfortunate coincidenze che potrebbe pesare in ottica Giochi Olimpici 2026: Are é, infatti, il luogo designato per le gare di sci alpino da Stoccolma, unica avversaria di Milano e Cortina.
Lo spettacolo sportivo, in ogni caso, non é mancato, così come non sono mancate le soddisfazioni per gli sciatori azzurri. Dominik Paris ha coronato una stagione strepitosa con la vittoria nel supergigante: un successo clamoroso, se si considera che il percorso molto breve e tecnico era poco adatto alle caratteristiche dell’Azzurro. “Domme”, però, ha dimostrato di aver compiuto un definitivo salto di qualità a livello mentale, che gli ha consentito di vincere la coppa del mondo di specialità proprio in Super-G e di reagire nel migliore dei modi ad una discesa nella quale aveva deluso, chiudendo solo sesto. Nelle gare femminili, dove le sciatrici azzurre hanno raccolto meno di quanto previsto, Sofia Goggia ha riscattato una stagione difficile e segnata da un grave infortunio con uno splendido argento alle spalle di Mikaela Shiffrin, dominatrice di una stagione in cui ha vinto praticamente in ogni disciplina. Meno attesa, ma altrettanto bella, la medaglia di bronzo ottenuta dalla squadra Azzurra nella gara di parallelo a squadra: un risultato mai raggiunto dai nostri atleti e ancora più importante se si considera che é stato ottenuto da una squadra ricca di giovanissimi come Maurberger, Vinatzer e Dalla Mea.
Tre medaglie mondiali, dunque, costituiscono una buona base da cui ripartire per la squadra azzurra, che la prossima stagione sarà chiamata a cercare le conferme dei suoi atleti più esperti (con Brignone e Innerhofer alla ricerca di rivincite dopo un finale di stagione non brillante), ma anche più risultati dai giovani, che hanno iniziato ad ottenere buoni risultati in Coppa del Mondo ma che, ai Mondiali, hanno dimostrato di essere ancora un gradino sotto l’elite mondiale dello sci.
A fine ottobre, intanto, il Circo Bianco ripartirà senza due dei suoi protagonisti dell’ultimo decennio: Lindsay Vonn e Aksel Svindal, entrambi in grado di salutare con una medaglia mondiale ma sconfitti dall’età e dai problemi fisici. Per quanto riguarda i dominatori del presente, Hirscher e Shiffrin, solo il tempo potrà dire se sapranno ancora riconfermarsi o se qualche giovane emergente (il francese Clement Noel su tutti) sarà in grado di mettere in discussione il loro regno.