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Settimanale indipendente fondato e diretto da Donato D’Auria. Registrato presso il Tribunale di Torino il 7 ottobre 2011 n. 64

Editoriale

Il Bob delle Olimpiadi 2026 andrà (forse) a Cortina

09 febbraio 2024

Torino – Dopo mesi di ulteriori balbettii politici e di incertezze, il comitato organizzatore di Milano-Cortina 2026 hanno deciso: la pista di bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi 2026 dovrà essere realizzata a Cortina. Una decisione arrivata con colpevole ritardo, che vede il Piemonte e Torino definitivamente esclusi dalla partita delle Olimpiadi 2026, con un tentativo (tardivo) di ritorno in partita che é stato fermato da un evidente veto politico giunto da parte del governo e della governance dei Giochi.

La pista da bob di Cesana Torinese avrebbe potuto essere ristrutturata con un costo preventivato di 34 milioni di euro, ridando vita nuova a quello che doveva diventare il centro tecnico italiano per il bob e lo slittino, oltre a uno dei tracciati più all’avanguardia d’Europa. La pista di Cortina, invece, prevede un costo di realizzazione di 81 milioni di euro (anche se quasi sicuramente i costi lieviteranno fino a 115-120 milioni) e la necessità di ricostruire completamento un tracciato, la Pista Eugenio Monti, chiuso dal 1990 e in cui non si svolgono gare da metà anni ‘80. I tempi di realizzazione sono strettissimi e, incredibilmente ma coerentemente, gli organizzatori saranno obbligati a chiamare maestranze norvegesi per la realizzazione della pista, dato che non c’è tempo per formare professionisti italiani in questo specifico settore.

La vicenda della realizzazione di questa pista rappresenta bene i cortocircuiti che attanagliano la politica italiana (e la politica sportiva, ci sentiamo di aggiungere) negli ultimi trent’anni: l’incapacità di realizzare opere pubbliche e funzionali, diventata quasi un’abitudine. La somma di veti incrociati, gruppi di interesse contrari a qualunque intervento e una politica assente producono situazioni come questa, in cui nessuno sembra essere sufficientemente pragmatico da fare le cose più ovvie e semplici. Il risultato é sotto gli occhi di tutti: i contribuenti rischiano di spendere oltre cento milioni di euro per una pista che potrebbe essere completata dopo le Olimpiadi e spendere anche i soldi per l’affitto di una pista all’estero, probabilmente Innsbruck o Saint-Moritz (sponsorizzata dal Sindaco di Milano Sala), e Torino (che come “sistema” é la prima colpevole di questa situazione) ha perso l’opportunità di vivere le Universiadi 2025 e le Olimpiadi 2026 entrambe da protagonista.

Adesso per l’impianto di Cesana si apre una fase decisiva. Il progetto di rilancio era stato parzialmente finanziato con 13 milioni di euro. Questi soldi devono essere impiegati fino all’ultimo centesimo per lo smantellamento del tracciato da bob e per iniziare la rigenerazione ambientale del versante di Pariol. L’opportunità per il territorio é comunque interessante, ma deve essere sfruttata con intelligenza, pensando a progetti importanti ma sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale. La nostra testata continuerà a seguire questo dossier importante per il territorio e presto saremo a Pariol per un sopralluogo e reportage. Luigi M. D’Auria

 

 

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