Vincenzo Nibali vince il 96° Giro d’Italia
Brescia – Domenica 26 maggio 2013 alle ore 17 circa si è chiuso con il gran finale del circuito di Brescia il 96° Giro d’Italia, riportando la vittoria in Italia con “l’uomo” Vincenzo Nibali. La partenza è stata a Napoli, scenario degno di una corsa bella e spettacolare come il Giro d’Italia. La carovana ha poi proseguito a Ischia, location ideale per una cronosquadre collinare che obbligasse i big ad iniziare a sbottonarsi veramente, a differenza dei soliti pattumi, che di spettacolo ne regalano zero. La scelta degli organizzatori di dare spazio alle montagne appenniniche è stata quanto mai azzecata: in questo modo gli organizzatori hanno fatto capire anche ai big che il Giro non è il Tour de France.
Devo confessare ai miei lettori che sono un accanito fan di Gianni Mura, unico giornalista sportivo attuale che cerca di far passare dei messaggi positivi. Gianni però esprime nei suoi libri un concetto, sicuramente personale, ma che non condivido: la superiorità del Tour sul Giro d’Italia. Infatti, negli ultimi anni, il Tour è diventato spettacolare solo nell’ultima settimana di corsa, mentre negli altri giorni si assiste ad una noiosa normalità fatta da: cronometro troppo lunghe per essere vere, fughe che non vanno mai in porto, velocisti che dominano come se la Francia fosse lo stato più piatto del mondo. Invece, il Giro è diverso. Il Giro è imprevedibile, spettacolare, bello in ogni tappa, con insidie anche nei giorni che appaiono scontati come quello di Matera, che tutti i giornali avevano giudicato per velocisti puri, mentre una bagarre simile non si è vista neanche a certi mondiali.
Torniamo ora alla corsa. Il giro è proseguito con la cronometro di Saltara, dove il pubblico ha assistito alla caduta definitiva di Bradley Wiggins, che dopo quella cocente sconfitta non è più riuscito a riprendersi, ritirandosi nella tappa di Cherasco. Quello di Wiggins è stato un crollo inatteso, ingigantito dal fatto che l’inglese, il Giro, voleva vincerlo (proprio per questo ho deciso di non valutare la prestazione dell’inglese, ritiratosi alla vigilia delle tappe più impegnative). Altro fiasco è stato quello del campione in carica Ryder Hesyedal, per cui vale lo stesso discorso fatto per Wiggins.
Unica nota dolente per questo Giro d’Italia è stato il maltempo, che ha pesantemente condizionato la corsa rosa. Infatti, l’arrivo del Galibier è stato abbassato di quattro chilometri sino alle Granges du Galibier, paese di appena quattordici abitanti, che, però, fino al 2009 è stato comune autonomo dalla ben più blasonata Valloire.
Davvero splendido l’arrivo di Brescia, con un mini circuito disegnato apposta per rendere il più possibile e spettacolare questo Giro d’Italia.
In attesa di un Tour che gli organizzatori annunciano splendido, mi sento di augurare buon ciclismo a tutti. Luigi Maria D’Auria
Le Pagelle del 96° Giro d’Italia a cura di Luigi Maria D’Auria:
Vincenzo Nibali 10: ha disputato un Giro da padrone, che ha vinto praticamente senza resistenza degli avversari. Le vittorie di Polsa e delle Tre Cime di Lavaredo sono da inserire nella storia del ciclismo.
Rigoberto Uran 9: ha dimostrato di essere maturato dall’anno passato coronando uno splendido secondo posto con la grande vittoria del Montasio.
Cadel Evans 7 ½: dopo un’ inizio anno da dimenticare il trentaseienne australiano è risorto (anche grazie ad una squadra finalmente all’altezza) finendo il Giro sul podio.
Michele Scarponi 6/7: anche lui è tornato in grande spolvero al Giro, ma il lavoro sporco lo ha fatto uno splendido Niemec.
Carlos Alberto Betancur 9: il giovane colombiano sta disputando una stagione straordinaria; ha sempre corso davanti ed ha meritato la maglia bianca perché l’ha conquistata nelle tappe più dure.
Prinislaw Niemec 10: lo stagionato gregario polacco ha disputato un Giro fantastico; ha portato Scarponi al quarto posto e nelle tappe di montagna è sempre stato nei primi dieci.
Rafal Majca 8: il giovanissimo polacco ha disputato un gran Giro supportato da un gregario di lusso come Petrov, ma il merito per il settimo posto è tutto suo.
Benat Inxausti 7 ½: il capitano della Movistar è riuscito a finalizzare il secondo posto della cronosquadre vincendo a Ivrea e tenendo in salita.
Domenico Pozzovivo 6: il lucano termina il suo secondo Giro consecutivo nei primi dieci, ma la condizione non è quella dei tempi migliori.
Samuel Sanchez 6-: il basco chiude nei primi quindici in un grande giro per il settimo anno consecutivo, ma da lui ci si aspetta molto di più.
Tanel Kangert 8: l’estone, poco considerato all’inizio del Giro, ha disputato un Giro d’Italia fantastico. Infatti, è diventato il miglior gregario di Nibali, riuscendo anche a chiudere tra i primi quindici.
Mark Cavendish 9 ½: il campione dell’isola di Man è stato semplicemente fantastico; ha dominato su tutti i fronti anche grazie ad una squadra che per sedare le polemiche si è messa totalmente al suo servizio.
John Degenkolp 7: come avevo ipotizzato dopo la fantastica Vuelta dell’anno scorso era l’unico che poteva battere Cavendish. Così ha fatto, dominando lo “strano sprint” di Matera.
Giovanni Visconti 8: il siciliano è tornato quello dei tempi d’oro domando il Galibier e vincendo alla sua maniera a Vicenza.
Vini Fantini Selle Italia 0: gli unici due corridori trovati positivi appartengono a questa squadra. Con questa frase non voglio accollare nessuna colpa né alla dirigenza né al bravissimo direttore sportivo Luca Scinto, intendo soltanto dire che la Vini Fantini ha sbagliato tutto in materia di prevenzione.