Nibali e Aru provano a farsi largo in un Tour di stelle
Le Mont Saint Michel – Il Tour de France, terzo evento sportivo per seguito, giunto alla sua edizione numero 103, partirà da uno dei luoghi più conosciuti della Francia, la “finta” isola di Mont Saint Michel, situata nella zona più regionalista di Francia, la Normandia. Io e Gigione Magnani, al nostro arrivo, non possiamo non notarlo: la gente del posto fa di tutto per ricordare a carovana e corridori che questo Tour parte dalla loro regione.
Come accennavamo nel titolo, a questa edizione della “Grand Boucle” non mancherà davvero nessuno dei migliori. Tra gli uomini di classifica, la critica é coni corde nell’indicare tre grandi favoriti: Alberto Contador, Chris Froome e Nairo Quintana. Per loro la locuzione “Punto al podio e alle tappe” non esiste: loro sono qui per prendere la maglia sulle montagne e portarla a Parigi. Solo gli italiani credono in un giovane che all’estero é considerato ancora una promessa: Fabio Aru. Per il sardo sarà difficile farsi valere in mezzo a tanti campioni. Tuttavia, ha dimostrato di saper reagire alle difficiltà e di ringhiare al momento giusto, come alla scorsa Vuelta. Il principale pericolo é la rivalità che potrebbe crearsi con il compagno di squadra Vincenzo Nibali, forte della vittoria dell’ultimo Giro.
Quello che fa piacere agli appassionati, però, é la presenza di tanti altri corridori che puntano almeno al podio. Valverde, Rodriguez, Mejtjies, Rui Costa, Van Garderen e Porte, solo per citare alcuni, non possono non essere considerati. Quello che li rende inferiori ai corridori citati nel precedente capoverso, però, é la compattezza della squadra. Movistar, Sky, Tinkoff e Astana, infatti, sono delle vere e proprie corazzate, che schierano come “gregari” dei corridori davvero di altissimo livello, come il campione del mondo 2014 Kwiatkowski, Dani Moreno e addirittura Peter Sagan, che nelle giornate di montagna si sente pronto ad aiutare Alberto Contador.
I francesi, invece, puntano tutto su un poker di corridori di ottimo livello, ma non favoritissimi. Thibaut Pinot potrebbe essere pronto per una vittoria, ma la squadra non di altissimo livello e la pressione potrebbero bloccarlo. Romain Bardet ha coraggio, ma poca conoscenza tattica. Alaphilippe e Barguil non hanno pressioni, ma neanche esperienza. La Francia, in ogni caso, si aspetta da loro un successo che manca dal 1986, quando vinse Bernard Hinault.
Il percorso di quest’anno si presenta vario e spettacolare. Dopo una partenza soft dalla Normandia, i corridori scenderanno verso il sud della Francia, arrivando alla settima tappa all’inizio di un trittico di tappe pirenaiche che prevede le prime vere montagne. Dopo il giorno di riposo, ci si adentrerà verso il centro, dove ci saranno la durissima salita del Mont Ventoux e la cronometro di Pont d’Arc, dove si inizierà a capire chi saranno i veri favoriti alla vittoria finale. Infine, spazio alle tappe alpine, che prevedono arrivi in salita (Saint-Gervais du Mont Blanc), tappe per attaccanti (Emosson e Morzine) e la breve, ma durissima, cronometro Sallanches-Megeve, vera chiave di volta di questa “Boucle”.
Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per rendere questo Tour storico: grandissimi corridori, bel percorso e grandi tifosi. Se la tattica non immobilizzerà i corridori, quindi, ne vedremo proprio delle belle. Luigi M. D’Auria