Torino – Una squadra a caccia di punti preziosi per l’Europa e una neopromossa che vuole cancellare la voce “zero” alla casella dei punti realizzati. Sono queste le premesse di Torino-Lecce, posticipo della terza giornata di Serie A. La squadra di Mazzarri, dopo la bella vittoria con l’Atalanta, cerca di mantenere il ritmo dell’Inter e un primo posto che, alla terza, mancava da ben quarantatré anni, mentre il Lecce cerca riscatto dopo la brutta sconfitta in casa con Il Verona, in uno scontro tra neopromosse che ha visto, in ogni caso, i ragazzi di Liverani padroni del gioco per molti minuti. Con gli uomini ridotti per gli infortuni, Mazzarri conferma Bonifazi e Djidji in difesa, mentre in attacco Baselli agisce da trequartista con Berenguer e Belotti davanti, mentre nel Lecce Liverani scegli un 4-4-2 con terzini bloccati e attacco veloce, con Farias a sostegno di Lapadula.
Nel primo tempo é il Lecce a partire meglio, grazie ad una partenza gagliarda e muscolare, che mette in difficoltà il Toro. Con il passare dei minuti, peró, la fisicità di Rincon e Meité consegna il pallino del gioco nelle mani dei Granata, anche se le occasioni latitano, soprattutto grazie all’energia e alla compattezza dei salentini, bravi a non farsi sorprendere da un Toro che non riesce mai a distendersi e che manca di imoredivibilità a causa della brutta prestazione di Berenguer e Baselli. Al 34’ arriva anche il gol del Lecce: su un pallone perso banalmente Farias si incunea in area e semina il panico nella difesa Granata, Sirigu é bravo a rispondere, ma ancora Farias é il più lesto sulla ribattuta e insacca. Il Toro fatica a reagire e l’unica occasione, sul finire del tempo, é un colpo di testa fuori misura di De Silvestri.
Nel secondo tempo il Torino cerca subito di ribaltare la situazione e attacca a testa bassa. Mazzarri cerca di riempire l’area inserendo Zaza al posto di Berenguer e mettendo alle corde la difesa del Lecce. Dopo pochi minuti la pressione granata porta i suoi frutti. Su una mischia in area il Toro conquista un rigore che Belotti é bravo a trasformare. Da quel momento, peró, il Lecce é bravo a ripartire e a gestire al meglio la gara, cambiando l’attacco (entrano Mancosu e Babacar) e a innescare un Falco particolarmente ispirato sulla fascia. Il Torino, fisicamente imballato, non reagisce nonostante l’ingresso di Verdi e il gol dei salentini diviene quasi una conseguenza di dieci minuti in cui Tachsidis aveva spaventato il Grande Torino due volte. Gol quasi fotocopia del primo, con Mancosu che risolve un flipper in area. Il Toro, che annaspa fisicamente, patisce i buoni contropiedi della banda di Liverani, con Babacar pericoloso due volte e non capitalizza una ghiotta occasione a inizio recupero. Oltre il 98’ i 19000 dell’Olimpico sperano in un lungo consulto Var dell’Arbitro Giua, ma alla fine il Lecce esce vincitore.
Se per il Lecce questi tre punti rappresentano ossigeno puro, per il Torino questa sconfitta dovrà innescare una riflessione all’interno del gruppo. L’incapacità di “mordere” gli avversari più deboli anche in serate no rappresenta, per il Toro di Mazzarri, la differenza fra il livello attuale e la possibilità di crescere ulteriormente. L’inserimento dei nuovi (Verdi e Laxalt su tutti) e il recupero di alcuni giocatori (N’Koulou e Falque) possono certamente essere utili, ma la gestione della partita e della condizione fisica (la squadra ha faticato negli ultimi minuti) devono essere le chiavi del lavoro di Mazzarri e Frustalupi nelle prossime settimane. Donato D’Auria