Andria – La seconda edizione sarà, almeno dal punto di vista del tenore partecipanti, meglio della prima. Cosi, infatti, si prospetta il torneo ATP Challenger Andria e Castel del Monte, dal montepremi di trentacinquemila dollari più ospitalità, che l’anno scorso era di appena trentamila.
Il montepremi, ma non solo questo, è segno evidente di come il primo torneo indoor che si disputa nel sud Italia sia ormai una tappa fissa del circuito ATP, soprattutto grazie al passaparola tra i giocatori e ad un’organizzazione di altissimo profilo che riesce a gestire un torneo che si disputa in due palazzetti diversi dal 15 al 23 novembre 2014. Giunto ad Andria per la presentazione, al termine di una vera e propria odissea (inutile negare che il sistema trasporti è tutt’altro che positivo), incontro un amico tennista di vecchia data, oggi tornato in Puglia dopo aver studiato all’Università di Torino. Seduti ad un tavolino della famosa Caffetteria Mucci, dopo avermi chiarito che un torneo di questa levatura ad Andria era fino a pochi anni fa una vera e propria utopia, mi spiega che il torneo è nato dalla volontà della Provincia BAT di non perdere un evento tennistico internazionale dopo la “morte” del Challenger di Barletta nel 2012. Il torneo è nato, quindi, in pochissimo tempo e le aspettative, vista la situazione economica attuale, non erano certo molto elevate, dato anche che ad Andria non è mai esistita una tradizione tennistica a livello internazionale. Il primo problema era quello dei due campi di gioco, che non erano comunicanti. Infatti, il centrale si trova nel palazzo dello sport, mentre il secondario si trova nel polivalente di via Delle Querce. Nonostante tutto, l’evento, che rappresenta di fatto l’ultimo torneo internazionale del calendario europeo, è riuscito a crescere in fretta, proponendo un’entry list di alto livello.