Nairo Quintana domina sul Blockhaus ma il Giro d’Italia resta aperto
Roccamorice (Pe) – Questa mattina, al volante della Ford Ka della redazione, Luigi Magnani aveva già emesso la sua sentenza:” Qui esce fuori uno sbrindellio”. Come al solito, aveva ragione. Dopo otto giorni di marcamenti, tattica e tante gioie per i velocisti e i fuggitivi, la salita del Blockhaus ha emesso i primi verdetti di questo Giro d’Italia. Questo gigante abruzzese, situato nella Majella, faceva paura già in ricognizione: non si trattava, infatti, della salita lunga e pedalabile affrontata diverse volte (con passaggi da Majelletta e Passo Lanciano), ma di un pugnale lungo tredici chilometri, una lingua d’asfalto che conduce da Roccamorice all’arrivo.
Questo arrivo sembrava disegnato per Nairo Quintana, che non ha tradito le attese della vigilia. Il piccolo stambecco colombiano ha messo la squadra davanti a tirare i suoi gregari, che hanno allungato il gruppo. Poi, a meno sei dall’arrivo, ha iniziato una serie di scatti degna di un certo Marco Pantani. Prima ha “cucinato” a fuoco lento Nibali e Pinot che avevano provato a seguirlo, poi si é invocato da solo verso il traguardo, precedendo di venticinque secondi lo stesso Pinot (tornato a grandi livelli dopo due anni di buio) e Tom Dumoulin, abilissimo a gestire le energie in vista della cronometro di Montefalco.
Tra coloro che sono riusciti a tenere botta si possono contare anche un ottimo Mollema, giunto quarto a quaranta secondi, e Vincenzo Nibali, quinto ad un minuto e abile a limitare i danni dopo aver patito una crisi terribile a tre chilometri dall’arrivo. Il siciliano, quasi sicuramente, ha patito lo stoico tentativo di tenere il passo di un Quintana troppo forte.
Sono molti, invece, i corridori che lasciano l’Abruzzo con le ossa rotte. Ilnur Zakarin e Steven Kruijswick hanno perso più di due minuti e mezzo e difficilmente guadagneranno qualcosa nella cronometro. Jungels, in maglia rosa dopo aver tenuto il passo dei migliori sull’Etna, ha perso tre minuti, confermando di non essere ancora pronto a vincere un grande giro, mentre Van Garderen (che ha perso quattro minuti) e Rui Costa (cinque minuti lasciati sono ormai fuori classifica). Ancora peggio è andata alla Sky e alla Orica, che hanno perso i loro capitani a causa di una caduta causata da una moto poco prima dell’inizio della salita. Mille Landa, parso dolorante, potrebbe ritirarsi, mentre Yates e Thomas, molto staccati, dovranno provare a salvare il salvabile andranno alla ricerca di qualche successo parziale.
Il grande spettacolo andato in scena al Blockhaus ha messo fine, dunque, ad una settimana, cominciata in Sicilia e caratterizzata da una risalita verso nord, in cui le volate sono state dominate da tre atleti, Caleb Ewan, Fernando Gaviria e André Greipel. Le fughe, invece, hanno avuto gloria sull’Etna, dove ha vinto Jan Polanc, a Terme Luigiane, dove ha trionfato Silvan Dillier,e a Peschici, tappa spettacolare in cui Jon Izaguirre ha domato i ripidi tornanti del centro storico del comune delle del Gargano.
La classifica generale, che vede in testa Quintana, potrebbe essere rivoluzionata martedì 16 (dopo il giorno di riposo) dalla lunga cronometro Foligno-Montefalco, che sorride a Dumoulin (che sogna di scavare il solco rispetto ai rivali), oltre che a Pinot e a Nibali, intenzionati a colmare il gap con Quintana, che sarà costretto a giocare in difesa. Anche Jungels, Van Garderen e Thomas sognano una rimonta disperata, ma il loro distacco é troppo elevato dai primi per pensare di poter vincere il Giro. Salvo sconvolgimenti, dopo i 39,8 chilometri a cronometro Tom Dumoulin potrà festeggiare la Maglia Rosa con un bel bicchiere di Sagrantino bianco, mentre gli sconfitto di giornata potranno provare a consolarsi con un calice di Montefalco Rosso. Luigi M. D’Auria Ha collaborato Luigi Magnani