Milano – Dal sacro al profano, da Bologna a Verona. Il Giro d’Italia 2019, edizione numero 102 della Corsa Rosa, prenderà il via da Bologna il prossimo 11 maggio e si concluderà nell’Arena di Verona il 2 giungo, replicando gli arrivi del 1984 (allora vinse Francesco Moser in rimonta su Fignon) e del 2010 (vittoria di Ivan Basso davanti allo spagnolo Arroyo). Si tratta un percorso decisamente interessante, che prevede tanti chilometri a cronometro (concentrati soprattutto nella prima settimana), ma anche moltissime salite, con un paio di arrivi inediti che potrebbero consegnare agli appassionati di ciclismo grandi duelli tra i favoriti per la classifica generale.
La prima tappa, tutta nel territorio del comune di Bologna, obbligherà i favoriti a presentarsi subito in grande condizione: saranno 8 chilometri contro il tempo con la dura scalata di San Luca, salita breve ma molto dura, che obbligherà molti a non usare una bici da cronometro. Dopo la prima tappa, inizia un discesa verso sud che porterà la carovana a toccare Fucecchio, Orbetello e Cassino (tappe riservate ai velocisti) fino a San Giovanni Rotondo, dove terminerà la settima frazione: sarà una tappa “mossa”, adatta alle fughe e ai colpi di mano, anche degli scalatori. Dalla Puglia, rapida risalita verso la Romagna e l’unico “sconfinamento” del Giro 2019: la cronometro di 34 chilometri da Riccione a San Marino, adatta agli specialisti ma anche a corridori che, pur essendo scalatori, hanno anche delle discrete doti di passisti.
Nella seconda settimana, inizieranno le montagne. Dopo i due arrivi di Modena e Novi Ligure, infatti, spazio alle Alpi Occidentali. Nel ricordo di Fausto Coppi, torna la Cuneo-Pinerolo, anche se con un percorso ridotto che aiuterà le fughe più che gli scalatori. Il giorno seguente, primo arrivo in salita, con la Pinerolo-Ceresole Reale, con l’arrivo in quota al Lago del Serrù/Colle del Nivolet. Si tratta di una salita brutale, poco più facile del Colle delle Finestre, che obbligherà gli uomini di classifica a venire allo scoperta. Il giorno seguente, tappa ricca di montagne da Ivrea a Courmayeur. A chiudere la settimana, un arrivo a Como che ricalca il duro finale del Giro di Lombardia.
Nell’ultima settimana, spazio alle Dolomiti con 4 arrivi in salita tra Veneto e Trentino Alto Adige: Ponte di Legno (con la scalata di salite storiche come il terribile Mortirolo), Anterselva (arrivo ai poligoni di biathlon), San Martino di Castrozza e Feltre (sulla salita inedita del Croce d’Aune, ultima salita del Giro), prima della tappa finale di Verona: una cronometro breve ma non semplice, dove si deciderà la Maglia Rosa del 2019.
Le novità più importanti per il Giro arrivano dalle squadre del World Tour, che stanno comunicando i piani per la prossima stagione dei loro corridori. Saranno sicuramente presenti al Giro grandi scalatori come Nibali, Valverde, Landa, Simon Yates e Miguel Angel López ma anche cronoman come Dumoulin e Primoz Roglic, oltre ai talenti della Sky, Moscon e Bernal, che sostituiranno Chris Froome e Geraint Thomas, che si concentreranno sul Tour de France. Si tratta di un parterre di partecipanti di altissimo livello, in grado di competere con quello del Tour. Il Giro, infatti, presenta un percorso duro e vario, in grado di “far gola” a quasi tutti i protagonisti del ciclismo mondiale. Donato D’Auria