“Tre giovani ebrei ed un ragazzo palestinese uccisi in pochi giorni: la pace è ancora lontana”
Pochi giorni fa è stato poi ucciso un giovane palestinese, probabilmente vittima di un commando di cui facevano parte uomini dei partiti di estrema destra israeliana. Il premier di Israele Netanyahu, da sempre contrario alla pacificazione della Palestina, ha minacciato rotorsioni, mentre i capi dell’Autorità Palestinese e della Striscia di Gaza, Abu Mazen in primis, hanno affermato “Non staremo a guardare i movimenti delle truppe israeliane”. Poi, di fatto, è iniziata la Terza Intifada, che in arabo vuol dire “Sollevazione armata con le pietre”. I giovani palestinesi hanno iniziato a lanciare pietre contro gli israeliani, anche civili, che hanno risposto scatenando l’esercito e preparando centinaia di carri armati per invadere i territori della Cisgiordania sotto amministrazione Palestinese e quella sotto amministrazione condivisa. Parlare in poche righe della Questione Palestinese sarebbe davvero impossibile, tuttavia è possibile iniziare a parlare di uno dei problemi tutt’ora irrisolti, ossia quello dei confini, che non sono affatto ben definiti. Il Trattato di Oslo, firmato dai Premi Nobel Rabin e Arafat, afferma che Israele controlla tutte le terre che si trovano ad Ovest del Giordano, unica eccezione la Striscia di Gaza, mentre lascia all’Autorità Palestinese il completo controllo del 17% della Cisgiordania, più l’amministrazione di un altro 25% della Cisgiordania.
Successivi accordi hanno poi stabilito che la Striscia andasse ai gruppi di estremisti islamici (errore gravissimo), mentre le forze palestinesi democratiche si riservavano il controllo sulla loro fetta di Cisgiordania. Purtroppo, questi trattati sono stati messi in pratica malissimo, trasformando di fatto la Cisgiordania in un colabrodo con confini incerti e la Striscia di Gaza in un luogo isolato dal resto del mondo.