Gianni Clerici scrive la nuova Bibbia del Tennis: Wimbledon
Quella finale vedeva opposti il divino svizzero Roger Federer e il mancino di Manacor Rafael Nadal. Fu una partita splendida, infinita, costellata da colpi che facevano rimanere senza fiato. Alla fine, dopo cinque splendidi set, vinse Nadal che poco tempo dopo diventò numero 1 del mondo.
Non scrivo però per raccontare ai miei venticinque lettori la finale 2008 del più importante torneo del mondo, bensì per recensire l’ultima fatica letteraria di Gianni Clerici. Il grande giornalista racconta, infatti, sessant’anni del torneo di Wimbledon (che dà anche il titolo al libro) attraverso gli articoli che scrisse per La Gazzetta dello Sport, per Il Giorno e dal 1989 per La Repubblica. Clerici ha messo finalmente mano al suo sconfinato archivio di articoli, consentendo così ai suoi numerosi fans di ricordare gli innumerevoli pomeriggi passati con poca televisione e senza Internet ad aspettare le cronache di Clerici su cui, come disse Rino Tommasi:”difficilmente troverete il risultato, ma sicuramente capirete chi ha giocato meglio”.
Il libro comincia però con il racconto di alcune esperienze personali di Clerici. Infatti, attraverso un tema scritto in terza elementare egli racconta la sua prima visita all’All England Lawn Tennis and Croquet Club, il circolo che dal 1877 organizza il torneo di Wimbledon. In compagnia del padre e del Barone Hambury egli visitò i campi che avrebbe calcato da giocatore nel 1953 (senza molta fortuna) e negli anni successivi da giornalista.
Dopo i racconti delle esperienze personali di Clerici iniziano le cronache degli ultimi sessanta Wimbledon, passando da Vic Seixas a Rod Laver, per poi volare alle epiche sfide tra “l’Orso” Bjorn Borg e “il Bauscia” John McEnroe, fino ai più recenti Agassi Sampras e Federer Nadal. Di ogni edizione Clerici racconta tutto, dai retroscena fino alle critiche al Presidente della Federazione Internazionale del 1967.
Davvero belli anche i ritratti dei pù grandi campioni e campionesse, che ricordano a tutti come anche nel tennis esistono dei campioni immortali troppo spesso poco nominati, come Margareth Smith Court, Ilie Nastase e Jimmy Connors.
Clerici, come un moderno profeta fresco di rivelazione, racconta tutto sul più importante torneo di tennis del mondo con il suo stile unico e inconfondibile che, come disse nel 1972 il grande Italo Calvino, gli consente di essere un grande scrittore prestato al giornalismo sportivo. Luigi Maria D’Auria